VALDOBBIADENE - Una candidatura in qualche modo “obbigata”, quella di Andrea Arman, candidato per il Movimento 5 Stelle nel collegio uninominale di Montebelluna.

 

L’avvocato classe ‘59 corre infatti con un preciso mandato, che è quello di rappresentare le esigenze dei risparmiatori veneti dopo il crack della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

 

L’avvicinamento con i pentastellati, infatti, non pregiudica l’autonomia di Arman, che viene da esperienze politiche e di militanza molto diverse: tra i fondatori della Liga Veneta negli anni ‘80, è stato consigliere comunale a Valdobbiadene nelle file dello stesso partito, salvo poi distaccarsene dopo l’alleanza con la Lega. Oggi è presidente del coordinamento delle associazioni dei soci delle banche popolari venete "Don Enrico Torta", che raduna azionisti e risparmiatori dei due istituti.

 

Perché si è candidato?

Non ho deciso io, in realtà. Io sono il presidente del coordinamento, e da tre anni cerchiamo di recuperare i risparmi perduti. Speravamo di rimanere fuori dalla corsa per le elezioni, ma nessuna decisione è stata presa a livello politico e istituzionale: il coordinamento ha deciso di candidarmi per difendere i diritti dei risparmiatori.

 

Lei quindi ha un mandato preciso…

Ho un programma in 8 punti che ruota intorno ai problemi dei risparmiatori. Si integra con quello del Movimento 5 Stelle, ma è nostro.

 

Perché proprio i 5 Stelle?

C’erano già stati dei contatti in precedenza. E’ l’unica forza politica che ha difeso gli interessi dei risparmiatori.

 

E gli altri?

Abbiamo esplorato anche le altre forze politiche, per vedere se c’era un candidato che potesse difendere i risparmiatori, ma abbiamo avuto risposte negative. Io comunque sono indipendente, il coordinamento è il portavoce di un ceto medio che si sta impoverendo sempre più.

 

Chi è il responsabile di questo disastro bancario veneto? Lo Stato Italiano. I meccanismi di controllo non hanno funzionato e non sono intervenuti per tempo.

 

Ovvero? Le banche venete non andavano fatte fallire, erano facilmente risanabili. Nel 2015 bastavano 500 milioni per mettere in sicuro gli istituti, le criticità erano nel bilancio, non erano strutturali.

 

E il Governo invece che ha fatto? La responsabilità è del governo Renzi, che ha deciso di trasformare le banche popolari, nonostante gli appelli degli economisti. Una trasformazione decisa senza dibattito parlamentare, che prevedeva l’apertura al credito straniero, consentendo così le cosiddette “scalate”.

 

A chi ha giovato tutto questo?

Il disegno è grande, ma si può riassumere così: portare tutte le economie sotto il controllo di pochi gruppi di potere economico-finanziario che si incontrano a Davos a parlare coi capi di Stato.

 

Chi si è arricchito dopo il crack?

Tutte le banche concorrenti: Banca Intesa, Unicredit, Mediolanum.

 

Lei quanto ha perso?

Io 700mila euro, mia sorella 900mila. Con la Popolare di Vicenza.

 

Come valuta l'atteggiamento di Zaia in tutto questo?

Abbiamo ottimi rapporti. Ma la classe politica regionale avrebbe dovuto difendere il territorio, e non nascondersi. Zaia è stato comunque il meno vile.

 

E cosa pensa dello scandalo legato agli stipendi dei grillini?

Mai vista una campagna elettorale più idiota di questa. Si parla degli stipendi, e non delle banche, che sarà il problema centrale dei prossimi 5 anni.

 

Se verrà eletto si trasferirà a Roma?

No. Non ho nulla contro questa città, ma la mia terra è il Veneto. La mia vita politica è sempre stata “da veneto”, e così continuerà ad essere.