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18 aprile 2024

Treviso

"Patto con l'Islam italiano", i sindaci non partecipano all'incontro

Le associazioni islamiche al sottosegretario Manzione:"Chiediamo di riconoscere i nostri luoghi di culto"

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TREVISO - Disertato da tutti i sindaci a cui era stato rivolto l’invito, il tavolo svoltosi ieri in Prefettura per la condivisione del primo “Patto nazionale per un Islam Italiano”. Un accordo tra il Ministero degli Interni e nove organizzazioni islamiche per garantire la libertà di culto ai fedeli e promuovere il dialogo a tutti i livelli con la minoranza religiosa. Ma anche promuovere la formazione di Imam e guide religiose “professionali”, vigilando sul loro operato contro ogni estremismo, aprire i luoghi di culto anche ai cittadini di fede diversa; rendere pubblici i nomi e i recapiti di presidenti e di Imam.

“Riconoscere i nostri luoghi di culto, i nostri spazi, cioè considerare luoghi di culto i locali in cui preghiamo come prevede la Costituzione”. Questa è la richiesta fatta dalle associazioni islamiche della Marca al sottosegretario di Stato Domenico Manzione presente ieri al tavolo con il prefetto Laura lega, i rappresentanti dei gruppi culturali islamici attivi nella Marca, le istituzioni come Usl, Inps e Inail, la Caritas, e le associazioni di volontariato. Assenti invece i sindaci di Treviso, Vittorio Veneto, sostituiti dai due assessori Anna Caterina Cabino e Barbara De Nardi; Asolo, Castelfranco, Conegliano, Montebelluna e Oderzo.

Qualcuno aveva già annunciato la propria assenza raccogliendo l’appello del segretario regionale della Lega Toni Da Re:” Siamo all’assurdo – aveva dichiarato qualche giorno - forse il governo attraverso i suoi organi periferici con questa proposta sta sollecitando il territorio a favorire la formazione di ministri di culto musulmani, o cerca la disponibilità di sedi adeguate ed aree destinate all’apertura e costruzione di moschee come se dovessimo abdicare alla nostra cultura millenaria? - dichiara Da Re - Ci stanno chiedendo di considerare la rilevanza di un nuovo pluralismo religioso quando lo stesso Ministro riconosce che esiste il problema dell’integralismo islamico”.

 


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