Pastificio e calzature, N.O.I. lancia nuovi progetti
Daranno lavoro a donne disoccupate e persone svantaggiate
| Matteo Ceron |
CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA – Un pastificio, che sorgerà al posto delle ex scuole a Busta di Montebelluna, ed un calzaturificio: sono due nuove aziende avviate nel mese di agosto dalla Cooperativa N.O.I. di Castelfranco Veneto, realtà che si occupa dell'inserimento lavorativo di svantaggiati sociali.
«Un progetto - sottolinea N.O.I. - che dimostra sensibilità su più fronti: nella scelta di due attività artigianali che rischiano l'estinzione, ma anche nella prospettiva di lavoro che incontra le necessità delle vittime di questo momento difficile: esodati, giovani alla ricerca di un primo impiego, donne in situazione di difficoltà, persone che nonostante operazioni in parte invalidanti hanno le energie e la volontà di rimettersi in gioco.
Pastificio Veneto concentrerà la sua produzione su alimenti biologici e Dop, un settore particolare della produzione alimentare, che mira alla qualità più elevata sfruttando le materie prime presenti sul territorio e seguendo la stagionalità dei prodotti a KM 0. A esser coinvolte in prima persona le donne, per dare nuova forza ai nuclei famigliari.
La seconda proposta, la Cooperativa Venethica, punta sui giovani e sul recupero di un'attività come quella calzaturiera, quasi scomparsa, tanto che la stessa impresa utilizzerà macchinari di un'azienda non più in uso. Si punta anche in questo caso all'alta qualità per una valorizzazione della tradizione trevigiana nella lavorazione della calzatura sportiva.
«N.O.I. è in prima linea per mantenere l’occupazione - afferma Fabio Panizzon, presidente della Cooperativa N.O.I. -. Ora puntiamo più in alto, vogliamo che il territorio dimostri quanto vale e come riesca a trovare nuovo vigore dal suo interno con due realtà in perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, puntando sulla qualità e la rivalutazione del territorio: la Cooperativa Venethica e la Cooperativa Pastificio Veneto, con cui stiamo creando, nell'ottica dei prossimi tre anni, almeno 15 posti di lavoro cadauna. La vera sfida sarà far capire ai cittadini che acquistando i prodotti delle cooperative contribuiranno al benessere del loro stesso territorio».