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29 marzo 2024

Treviso

"Il pane della carita": svelata una nuova pala d'altare nel Duomo di Treviso

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

foto Vita del Popolo

TREVISO - Si intitola “Il pane della carità” e da mercoledì sera è esposta permanentemente nel Duomo di Treviso. Si tratta di una pala d'altare opera di Safet Zec, affermato artista bosniaco formatosi all’Accademia di Belgrado, riconducibile alla scuola della tradizione pittorica veneta, raffigurante i Santi e beati trevigiani dell’800 e ‘900.

 

Alla cerimonia inaugurale, il vescovo, mons. Gianfranco Agostino Gardin che ha commissionato e presentato l’opera, assieme all’autore ed allo storico dell’arte Giandomenico Romanelli. Presenti le autorità civili e religiose, il Consiglio diocesano di Azione Cattolica, le delegazioni generalizie delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, fra le quali operò Santa Maria Bertilla Boscardin nell’Ospedale dei Battuti, oggi sede universitaria nel Quartiere Latino e delle Figlie della Carità (Canossiane) che nel primo ‘900 annoverarono fra le consorelle Santa Giuseppina Bakhita.

 

Nel corso della presentazione, il Vescovo ha illustrato le ragioni che lo hanno indotto ad affidare l’incarico di realizzare la pala, riconducendole all’opportunità che in cattedrale vi fosse, assieme alle reliquie custodite ed alle innumerevoli opere che ricordano la testimonianza cristiana dei santi trevigiani nella storia della Chiesa locale, anche un giusto tributo a quei personaggi della nostra storia più recente «Diversi per posizioni sociali e vocazioni ma accomunati dal pane spezzato, dal prendersi cura dell’altro»: «Abbiamo il dovere della memoria, una memoria per il futuro».

 

Proprio il pane in una rappresentazione pittorica dominata, secondo Romanelli, dalla «Centralità del bianco» risalta agli occhi dell’avventore che, nella cesta di pani fra le mani di Papa Sarto, è chiamato a scorgere «La rinnovata pratica eucaristica da lui promossa e, soprattutto, il dono dell’eucaristia che egli ha fatto ai fanciulli». Il pane, dunque, secondo le riflessioni di mons. Giuseppe Rizzo riportate dal Vescovo, come elemento unificante atto a richiamare, nelle mani di ciascun personaggio, una diversa declinazione della medesima tensione alla carità.

 

Assiepati attorno al Cristo - «Non un Gesù “zeffirelliano” ma un uomo fra gli altri», secondo mons. Gardin - i santi, vestiti ciascuno con le vesti del proprio tempo: oltre a San Pio X e le sante Bertilla e Bakita, i vescovi beato Andrea Giacinto Longhin e Giovanni Antonio Farina, fondatore dell’ordine delle dorotee, nonché il Beato Giuseppe Toniolo, il professore pietra miliare della Dottrina Sociale della Chiesa.

 


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Davide Bellacicco

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