25/04/2024parz nuvoloso

26/04/2024nubi sparse

27/04/2024nubi sparse

25 aprile 2024

PAGARE NON PAGA MAI

12-04-2014 - Conegliano

David Pool | commenti | (1)

Perché pagare? Non ha senso. Solo gli stupidi pagano. E quelli che pagano in anticipo, poi, so-no i più stupidi di tutti.
Prendi, acquista, compra, ma non pagare: non pagare mai, mai e poi mai. Comprati una bella casa, spaziosa e armoniosa, un duecento metri quadri, per esempio, magari in collina; poi mettila in affitto (in nero, naturalmente) e per pagarla… c’è tempo, oh se c’è tempo! Ma poi, quelli delle banche, che vogliono da me? Non ho i soldi, questo mese, e mi sa tanto che anche il prossimo non lì avrò, e se tra cinque mesi non avrò ancora i soldi necessari, slitterà tutto a fine anno: dopo si vedrà, si riprendano pure la casa, io mi sono intascato i soldi dell’affitto, intanto, e quegli altri cretini che ci vivono dentro… che vadano a farsi fottere, chi gliel’avrebbe data in affitto una casa così per soli 400 euro al mese?
Uno dice: mi sono iscritto a un corso di nuoto. Quell’altro gli risponde: quanto costano le lezioni? E il primo: boh, che diavolo ne so io! Ancora il secondo: ma come, non ti sei informato sui costi? Di nuovo il primo: sai che me ne frega, a me, dei costi. Tanto non c’ho un centesimo, ultimamente. Con che pago? Il secondo: proprio per questo avresti dovuto chiedere quanto costano le lezioni. Il primo: io?, semmai era l’istruttore che doveva chiedermi se avevo i soldi per pagare. Quell’altro: probabil-mente lui pensa che tu li abbia. L’altro: proprio come io penso che lui non li voglia. Il secondo: ma se a fine mese non lo paghi credo che si rifiuterà di darti ancora delle lezioni. Il primo: scherzi? Tu non sai com’è la gente da queste parti. Ti danno tutto, gratis, e poi, un bel girono li ritrovi davanti a casa tua. Entrano e ti presentano il conto. L’altro: ma se non hai i soldi come farai a pagare questo benedetto conto? E il primo: semplice, non lo pagherò, e poi non arriverò certo fino a quel punto. L’altro: cosa intendi dire? Ancora il primo: che dopo due mesi di lezioni me la svigno. Il secondo: astuto, ma non ti costringerà a pagare? Il primo: qual è lo scemo, oggigiorno, che ti costringe a pagare? Come farà? assolderà un avvocato? Ma per piacere. Il secondo: interessante, però.
Gli avvocati sono sempre quelli che ci guada-gnano. Oddio, neanche tanto, perché per quisquiglie del genere non li interpella nessuno. Così chi dà per scontato che un altro paghi, se la prende nel didietro. Comunque lo mette in conto; ed è un rischio che sa di correre, e ben calcolato: alzerà le spalle e penserà: eccolo qua, il due percento della popolazione, uno dei pochi furbastri. Lo insulterà e maledirà ma non andrà oltre: non gli conviene.
Un giorno entro in un bar e trovo un signore che, senza un centesimo, si rifiuta di pagare un bicchiere di vino. Il barista è infuriato e cerca di spaventarlo fingendo di chiamare la polizia. Ma va là, gli dico, a chi vuoi darla a bere: quest’uomo non pagherà, e non pagherà perché ha le tasche vuote; non è lui che è in errore, ma tu, che ti sei fidato di lui, di uno straccione, quando sapevi bene che non poteva pagarti. Falla finita con ‘sta storia della polizia! Che vuoi che gli facciano, che lo arrestino? Ma non farmi ridere! Quest’uomo uscirà di qui, farà due minuti esatti, e tu non potrai farci niente. Poi entrerà in un altro bar e troverà un altro barista che gli versa da bene. Non pagherà e uscirà. Dove sta il danno?
Te lo dico io dove sta il danno, mi risponde il barista (è proprio fuori dai gangheri, sbraita come un matto): che se tutti fanno come lui io posso chiuder bottega.
Andiamo, controbatto, non penserà veramente che io creda a questa storia! Lei stesso sarà in arretrato con qualche pagamento, ma nessuno si sognerebbe di darle del ladro! Probabilmente non salderà mai qualche debito che ha accumulato: ma, anche in questo caso, nessuno verrà da lei per darle del ladro. Perché, dunque, prendersela con un povero cristo disperato, minacciarlo e spaventarlo, quando non ha fatto altro che scolarsi un bicchiere di vino rancido? Chiuda qua la storia e gli dica: questo te lo offro io!
Lei è proprio matto, più matto di questo ladro!, grida. E adesso fuori dai coglioni tutti e due.
Chi ha vinto? Noi due, io e lo squattrinato, naturalmente. Come si fa a pagare se non si hanno i soldi? Come si può comprare l’Empire Stade Building se non hanno nemmeno i soldi per pagare l’affitto di una catapecchia in periferia? Eppure c’è un sacco di gente che ci prova: gente convinta che, un giorno o l’altro, l’Empire Stade Building sarà suo. Vivere dentro una casa non tua vale quanto bere un bicchiere di vino con la promessa: io pagherò! Ma quando pagherai? Facile: mai!
E chissenefrega di cosa penseranno gli altri! Loro non sono migliori di te; vogliono solo fartelo credere.
Un tizio, alcuni anni fa, mi raccontò di aver viaggiato per sei mesi con una macchina senza pagare un centesimo al concessionario. Quando vennero per ritirargli la macchina, lui disse: che fate, mi state rubando la macchina? No signore, gli dissero loro: lei non ha pagato le rate: la concessionaria se la riprende. Un momento, continua lui: quella è la mia macchina, non potete portarmela via. Gli altri lo guardarono con gli occhi fuori dalle orbite. Per un attimo cedettero di aver sbagliato macchina e indirizzo. Ma lei non è Mario Rossi, signore?, chiese uno degli addetti al prelevamento. Sì, sono io. E questa non è la sua macchina, insistette l’altro. E lui: certo, gliel’ho appena detto: questa è la mia macchina. Okay ragazzi, disse allora l’addetto: caricatela su.
In fin dei conti con quella macchina c’aveva viaggiato per sei mesi. Da un certo punto di vista non si sbagliava: era sua. Vedete com’è? La gente crede di avere tutto, e invece non ha un cacchio di niente. Sono come i bambini: li si invoglia con ogni sorta di giocattolo per far fare loro quello che noi vogliamo.
In una rimessa, una volta, vidi un ragazzo, credo avesse suppergiù vent’anni, pregare davanti alla propria macchina fracassata. Non scherzo: era in ginocchio e con le mani giunte di fronte al suo rottame. Mi sono avvicinato a lui e gli ho chiesto se c’era qualcosa che non andava. No, niente, mi risponde sorridente: stavo solo ringraziando iddio. E perché?, gli chiedo, perché sei uscito illeso da uno spaventoso incidente stradale, per caso? No, che dice, fa lui: ringrazio iddio di non aver finito di pagarla. Ma cosa dici, ha perso il lume della ragione?, faccio io. E lui: no, ho pagato solo due rate. Mi allontanai. Vedevo che mi seguiva con lo sguardo. Non era la mia macchina, grida da lontano: era della concessionaria: poi scoppia a ridere.
Credo si possa uscire matti per molto meno. Però, quel ragazzo era stato indubbiamente vittima di un colossale malinteso. Comunque quella macchina, quel bel mucchio di lamiere piegate, avrebbe dovuto pagarla. Sempre che c’avesse i soldi. Sennò faceva a meno. In galera non lo avrebbero messo, penso. Ma forse in un istituto per squilibrati mentali sì.
Una volta si diceva: meglio non fare il passo più lungo della gamba. Oggi mi verrebbe da aggiungere: rifate quel passo, ma all’indietro. E a proposito di questo, voglio parlavi di un mio buon amico che fece due milioni di euro di debiti. Quando lo ridividi, dopo un po’ di tempo, mi disse che sapeva perfettamente che non sarebbe mai riuscito ad estinguere il debito in questa vita e che forse avrebbe dovuto pensarci suo figlio, sempre che la ditta che aveva messo in piedi reggesse la concorrenza. Il peggio, gli dico io, non è tanto il fatto di vivere con i debiti (c’è un sacco di gente che lo fa; ormai è di-venuta un’abitudine) quanto il perdere la propria libertà, definitivamente, perché da oggi fino al giorno della tua morte tu dovrai pensare soltanto a una cosa: a pagare!
Non so come sia preso adesso: è un pezzo che non lo vedo. Vorrei solo che non avesse smesso di pagare, perché questo significherebbe che non è più tra noi. La gente si impicca, butta giù barbiturici, salta dal decimo piano dei palazzi: è l’ultima rata, la fine di un pagamento.
Poi ci sono gli imprenditori immobiliari che comparano case e le rivendono, guadagnandoci con le plusvalenze. Un tizio che conoscevo, provò ad arricchirsi in questo modo. Acquistò, con la formula del debito, una palazzina fuori città. Poi provò a rivenderla: aveva calcolato che sarebbe riuscito ad estinguere il debito con la banca nel giro di due mesi e che, per giunta, ci avrebbe guadagnato qualcosa come trentamila euro. Solo che la cosa venne all’orecchio dei banchieri: quelli c’hanno le orecchie lunghe. Quella plusvalenza faceva comodo a loro, quindi, avvalendosi di una “postilla” presente sul contratto di prestito, gli impedirono di rivendere la palazzina prima di aver estinto il debito. Credo che quella palazzina sia ancora sua. Non so come farà a pagarla ma… con tutta probabilità farà come tutti: non pagherà e gli porteranno via tutto; così la banca sarà libera di ottenere quella plusvalenza.
Coi pesci grossi non si scherza; non cercate di fregarli, altrimenti vi metteranno in padella e vi friggeranno per bene. Quella è gente permalosa, gente alla quale non piace scherzare.
Le attuali norme legislative sono molto severe con coloro che non pagano. Però una volta ti permettono di sbagliare. Sta a te rischiare. Per spendere, in piena sicurezza, è necessario non avere niente, essere nullatenente, cioè. Una volta che ti sei fatto dare soldi, case, macchine, te le possono togliere, sì, se non paghi, ma, per un breve periodo riuscirai ad usufruire di beni non tuoi. Molti imprenditori, in passato, ne hanno combinate di cotte e di crude, ma senza quelle stupidaggini iniziali, quei rischi apparentemente inutili, non sarebbero mai riusciti ad accumulare tanto denaro. Il problema è rappresentato come sempre dal punto di partenza: come raccattare un bel po’ di soldi per mettere su la mia attività? Non pagando?
Mah, provateci voi.



Commenta questo articolo


se facessi uno scherzo del cavolo a me, non ti denuncerei di certo, ma troverei due albanesi o rumeni che per pochi euro ti aspetterebbero sotto casa, e ti pesterebbero a sangue......mentre io mi creo l'alibi.
Oppure ti darei fuoco all'auto, alla casa, a qualcosa che pure avrai di tua proprietà..... o vivi di cose ancora da pagare ? Certo che le ginocchia sono tue... e se te le spezzano, magari sarai il furbo che non paga il ticket all'ospedale, ma intanti le ginocchia rotte te le godi.... fesso.

segnala commento inopportuno

Pubblica le tue lettere

Il servizio di pubblicazione delle lettere è semplice e gratuito. Aziende e privati possono utilizzare questo servizio.


Pubblica ora!

Lettere in Evidenza

I più Letti

del giorno
della settimana
del mese
*/ ?>
vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×