CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Lutto nell’Azienda Ulss 2 Marca Trevigiana. A conclusione di un’importante malattia è mancato il dottor Rocco Repice, noto neurologo in servizio all’ospedale di Castelfranco Veneto, dove dirigeva l’Unità semplice di Neurofisiologia. Vasto il cordoglio nell’Azienda sanitaria che tramite il Direttore generale Benazzi ha espresso i sentimenti di vicinanza ai familiari.

I funerali saranno celebrati giovedì 22 Giugno alle ore 16.00 nel Duomo di Montebelluna.

Originario di Crotone, dove era nato nel 1955, il dottor Rocco Repice si era laureato in Medicina e Chirurgia a Padova, conseguendo la specialità in Neurologia nel 1987 all’università di Verona. La sua carriera, però, si è dipanata tutta nel Trevigiano.

La iniziò, infatti, a Montebelluna nel 1988 come assistente del professor Chinaglia. Nel 1991, già ecodopplerista, sotto la Direzione del dottor Micaglio, ha arricchito la sua formazione di neurofisiologo integrando la sua preparazione in elettroencefalografia, anche con lo studio del sistema nervoso periferico.

Nel 2007 gli è stata conferita la direzione dell’Unità Semplice di Neurofisiologia, incarico che ha portato con sé a Castelfranco Veneto, quando sono state fuse le due Neurologie dell’allora Azienda Ulss 8. In quest’ultima sede la sua attività si è indirizzata anche allo studio del sonno.

“Il dottor Repice è stato un grande sostenitore del nostro servizio sanitario – ricordano i colleghi - un signore e un intelligente professionista, garbato nei modi e schietto nella sostanza. Sarà ricordato come una brava persona e un collega sempre disponibile. Di lui rimarranno sempre un esempio la sua calma olimpica e la meticolosità con la quale si occupava dei pazienti. Discutere dei casi clinici con lui era un vero piacere e c’era sempre da imparare”.

“A nome di tutta l’Azienda esprimo la grande vicinanza ai familiari del dr. Repice – aggiunge il direttore generale Francesco Benazzi -. L’Azienda perde un validissimo professionista il cui esempio resterà un modello per tutti coloro lo hanno conosciuto. Un esempio dimostrato fino alla fine anche nei giorni duri della malattia che ha vissuto con grande dignità e serenità, mantenendo sempre un pensiero per il lavoro e il buon andamento del servizio che dirigeva”.