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25 aprile 2024

Treviso

Operazione trasparenza su ambiente e pfas

Ministero Ambiente invia il commissario

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

 Operazione trasparenza su ambiente e pfas

TREVISO - L'incontro del tavolo tecnico tra Ministero dell'Ambiente e Regione del Veneto, voluto dai genitori No Pfas e contribuito nella realizzazione dalla senatrice Laura Puppato insieme assieme alla collega on.le Alessia Rotta, ha chiarito le azioni fin qui compiute dalla Regione e quelle messe in campo dal Governo.

Grazie alle domande poste prevalentemente dagli stessi genitori intervenuti è emerso che, ad oggi, gli unici fondi esistenti e destinati alla realizzazione del nuovo bypass acquedottistico necessario, per portare acqua pulita nei rubinetti delle case vicentine, veronesi e padovane sono gli 80 milioni di euro, messi a disposizione dal Ministero ambiente.

"Gli unici soldi a fondo perduto che pagheranno i 2/3 del costo preventivato del nuovo acquedotto e che quindi abbatteranno dei 2/3 i costi in bolletta, altrimenti scaricati sui cittadini della zona colpita, saranno quindi a carico dello Stato. Nulla se non il costo di progettualità, ancora allo stadio preliminare, giungerà dalla Regione del Veneto per un importo di un milione e mezzo di euro.

È evidente che dopo 5 anni dall'evidenza rinvenuta dal CNR di un così pesante inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche, che non ha eguali in Italia e nel mondo e che persiste, visto il continuare della produzione dei Pfas a catena corta da parte della ditta Miteni, si deve correre con maggiore velocità al riparo da rischi per la salute umana dei residenti.

Troppo lenta è infatti l'azione messa in campo dalla Regione Veneto, che non ha trovato elementi a propria discolpa, pure se presente con l'assessore regionale Bottacin e i propri tecnici", hanno sottolineato le due parlamentari.

Nel corso dell'incontro, è stato contestato anche il sistema di filtraggio a base di carboni attivi fin qui attuato con costi che sono gravati sulle bollette dei cittadini.

Il Ministero ritiene infatti che il Commissario debba operare a breve, attuando nuove tecnologie disponibili che consentano la potabilità acquedottistica attraverso un processo di de-salinizzazione a mezzo osmosi inversa con membrane.

"I filtri attuali ai carboni attivi sono invece un procedimento biochimico, dimostratesi insufficiente.

Nell'arco di un anno, massimo 18 mesi, si dovrà procedere speditamente con il nuovo acquedotto e in tal senso una figura tecnica dedicata, capace di coordinare le parti sarà di grande rilevanza per il buon fine di una vicenda, che è durata davvero troppo, per carenze che si è dimostrato non essere imputabili al Ministro, che ha agito con tempestività e correttezza", hanno concluso Puppato e Rotta.

 


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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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