TREVISO - Infreddoliti, stanchi e affamati. Qualcuno sta male. Sono una ventina i profughi che da lunedì dormono all’aperto, davanti alla Questura o alla stazione ferroviaria di Treviso. Solo un pezzo di cartone e una coperta, quando va bene, per ripararsi dal gelo della notte. Pe loro non ci sono alloggi.

Dopo un’altra pesante notte all’aperto davanti all’ufficio immigrazione all’Appiani, i migranti provenienti dall’Afghanistan e dal Pakistan, sono stati raggiunti dai volontari della Croce Rossa, che hanno portato loro cibo e bevande calde. Per tre di loro è stato necessario l’intervento del 118 e il ricovero in ospedale. Accusavano i primi sintomi da congelamento. Un giovane afgano ha una mano mutilata, ferita prima della fuga dall’Afghanistan.

Tutti sono arrivati via terra attraverso l’ Iran, la Turchia e la Serbia. Con l’intervento della dellaCroce Rossa e del 118, si attivano le telefonate con le associazioni e le strutture di prima accoglienza per trovar un letto ed evitare l’ennesima notte all’addiaccio. Nella prima serata, soltanto per la metà di loro si è riusciti a trovare una sistemazione.

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