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25 aprile 2024

Castelfranco

Non si nascerà più in ospedale a Castelfranco? Il Pd lancia l’allarme

A rischio ginecologia e pediatria

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Non si nascerà più in ospedale a Castelfranco? Il Pd lancia l’allarme

CASTELFRANCO - Il Pd e la Lista Sartor di Castelfranco lanciano l'allarme sul futuro dell'ospedale castellano. Secondo le schede ospedaliere regionali deliberate lo scorso giugno dalla giunta Zaia, Castelfranco si vedrebbe chiudere alcuni reparti di base come la pediatria e la ginecologia, mantenendo esclusivamente un punto nascite destinato probabilmente alla inesorabile decadenza per l’impossibilità dell’intervento immediato di un neonatologo. Si legge inoltre della cancellazione del medico in ambulanza durante i codici rossi e della chiusura del reparto di maxillo-facciale.


«La documentazione di settore ha ben evidenziato come la “morte” di un ospedale generale parta proprio con la chiusura dei reparti di pediatria e ginecologia per il loro ovvio valore simbolico e radicamento nel territorio – recita una nota diffusa dal segretario di Castelfranco del Pd Alberto Scapin e dal capogruppo in consiglio comunale Sebastiano Sartoretto - Dove si andrà a nascere? Voci di corridoio, senza alcuna indicazione concreta nella delibera regionale, compenserebbero le chiusure dei reparti con l’idea di trasformare l’ospedale da generale con servizi di base per la comunità castellana, a polo oncologico regionale.


 


Senza illustrare, ad esempio, il tipo di rapporto da instaurare tra il futuro polo ed i poli già attivi come Padova o Treviso facendo sospettare che la ipotetica differenziazione dell’ospedale castellano sia fumo promesso dal Consigliere Regionale Sernagiotto per giustificare una scelta di offerta sanitaria di base tutta indirizzata verso Montebelluna e per giustificare delle scelte nell’Ulss 8 non coerenti con quelle delle altre Ulss venete che di tagli non ne vedono. Ci paiono delle scelte sospette e determinate verosimilmente da logiche di potere (Montebelluna, a differenza di Castelfranco, ha un potere politico indubbiamente più determinante ed efficace!


 


E invece la forza della filiera promessa dal sindaco Dussin in campagna elettorale, dov’è finita?). Un polo oncologico non si inventa ma si costruisce nel tempo e con tanti specifici e programmati sforzi economici anche per favorire ed indirizzare la professionalità di operatori ospedalieri. Dove sono le volontà, i requisiti e le garanzie necessarie per tutto ciò? Razionalizzare non significa “distruggere” tout-court l’esistente ma significa tutelare i requisiti minimi di offerta sanitaria differenziando e costruendo le differenze nel tempo».  


 


 


Gli esponenti castellani del Pd hanno già chiesto di essere ricevuti durante i lavori della 5^ Commissione in Regione.


«Siamo pronti a discutere e sostenere una differenziazione dell’offerta sanitaria nell’Ulss 8 destinando l’ospedale di Castelfranco ad un concreto futuro (oggi ipotetico) di polo oncologico regionale ma mantenendo, in attesa della realizzazione di strutture attrezzate ed attivazione di equipe di rilievo che richiedono minimo un decennio, le caratteristiche di ospedale generale – proseguono -  I castellani, anche per usufruire di una concreta ed efficace assistenza sanitaria di base, hanno sostenuto passate scelte costose per i lavori infrastrutturali eseguiti nell’ospedale di Castelfranco accettando, ad esempio, liquidazioni del proprio patrimonio di terreni e di beni immobili anche di valore storico.


Oggi i castellani hanno diritto di conoscere le scelte che sembrano passare sopra le loro teste!! Noi lanciamo l'invito a verificare il destino dell’ospedale castellano ed ad impedire una sanità basata su mere logiche di potere».


 



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