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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Non finisce più la polemica all'istituto Beltrame di Vittorio Veneto

Continua la querelle sull'iniziativa di solidarietà a Rosa Maria Dell'Aria

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

Non finisce più la polemica all'istituto Beltrame di Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO - Non si spegne la polemica all’istituto alberghiero “Beltrame” di Vittorio Veneto. Anzi, la querelle continua anche oltre i confini “fisici” della scuola.

 

Tutto è nato dall’iniziativa di alcuni professori, che hanno lanciato una raccolta firme di solidarietà per la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, la docente palermitana sospesa dopo la proiezione in classe di un video, curato dai ragazzi, nel quale si paragonavano le leggi razziali al Decreto Sicurezza. Un altro docente dell’istituto, Salvatore Anello Pignatello, ieri aveva preso le distanze dall’iniziativa attraverso una nota. “Tale presunta manifestazione di solidarietà appare ai miei occhi più come una strumentalizzazione operata ad uso e consumo di chi in realtà cela, piuttosto malamente devo dire, intenti polemici diretti verso altri attori e che concernono altre tematiche”, aveva scritto.

 

La stessa preside dell’istituto, Letizia Cavallini, è intervenuta sulla questione, commentando l’articolo di OggiTreviso nel quale veniva annunciata l’iniziativa, promossa dal docente Omar Lapecia Bis.

 

“Fino a prova contraria, siete un gruppo di docenti che esercitano la loro professione presso l'istituto Beltrame, non lo rappresentate e non potete rappresentarlo, perché questo vostro atto, a prescindere dal suo contenuto e dal mio personale pensiero, non viene espresso nell'esercizio del vostro ufficio e nell'ambito delle vostre competenze”, ha scritto.

 

A difendere la raccolta firme è invece Marco Moretti, segretario della Flc Cgil: “E’ una diatriba superficiale e assurda, nel comunicato di solidarietà non c’era nulla di politico o di parte”. E riguardo alla presa di distanza di Pignatello, ha parlato di “polemica strumentale, magari proprio da parte di chi la sta sollevando. Un conto è non firmare, un altro è strumentalizzare la cosa. Mi sembra più politica la risposta che il primo comunicato dei docenti, che era una dichiarazione di appoggio ad una libertà di insegnamento. E’ una polemica che non ha senso”.

 



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