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28 marzo 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

MARISA E ANDREA ZANZOTTO. E LA FOTO GALEOTTA

Prima di innamorarsi della moglie, il poeta Andrea Zanzotto s’è invaghito della sua foto.

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Giorgio De Chirico, le muse, le aveva inquietanti. Andrea Zanzotto, da 48 anni (quasi 49), ne ha una inquieta: sua moglie: Marisa Michieli Zanzotto.

“Marisa? – dice di lei il poeta di Pieve di Soligo – Marisa è sempre stata armata di una bellezza-maggiore. Una bellezza quotata come “pericolosa” quando – laureanda – insegnava ai corsi estivi di un collegio di Valdobbiadene”.

Ma la bellezza di Marisa Michieli, studentessa-da-lode del liceo Canova di Treviso, non era pericolosa solo per gli studenti ai quali faceva corsi di recupero. Andrea Zanzotto che l’aveva intravista in una foto-di-classe (era compagna di Mariolina Schiratti, della storica farmacia di Pieve di Soligo) quando aveva sì e no 16 anni, se ne era innamorato subito.

“Mi sentivo come il Jaufrè Rudel del Carducci – spiega Zanzotto -. Un personaggio della lirica provenzale che si era invaghito di una contessa di Tripoli, Melisenda, e che aveva voluto raggiungerla a tutti i costi prima di morire.” Appurato che la poesia è entrata – galeotta – nella storia d’amore tra Andrea Zanzotto e Marisa Michieli, ci siamo fatti fatta raccontare come, quando, dove i due se la intesero. Tanto da sposarsi, nel luglio del 1959.

“Andrea – racconta Marisa mi aveva visto in una foto di classe. Poi mi aveva incontrato a Pieve, quando frequentavo la prima o la seconda liceo classico.E si era fatto avanti.”

“Ma lei mi aveva detto no”, puntualizza Andrea Zanzotto. “Un no di troppo, per la mia vita sentimentale. Una sconfitta che sentivo di non poter sopportare”.

“Ero una ragazzina – è Marisa che parla - passavo le giornate tra scuola e collegio. Insomma: non avevo ancora visto il mondo e quest’uomo, più vecchio di me di 15 anni, così severo nell’aspetto…indossava sempre un gessato doppio-petto…mi propone di accasarmi. Non me la sono proprio sentita di ascoltarlo: ho detto no”.

Ma poi ha capitolato

“In una lettera, che conservo ancora…anche se chissà dove l’ho messa… Andrea mi aveva scritto che aveva avuto tanti dinieghi. Che era un uomo disperato. Che solo un mio sì…”

Siamo di fronte a un ricatto sentimentale?

“Questo no. Ma non so ancora cosa mia abbia spinto a cedere, alla fine. Ho conosciuto meglio Andrea. E il suo mondo. E’ stata importante una vacanza a Bressanone dove ero andata a sostenere un esame nella sessione estiva. Lì mi sono trovata a passare del tempo con Andrea, Diego Valeri, la Ninì (una delle figlie del grande poeta veneto, ndr), e altri intellettuali. Mi sono trovata a mio agio in un circolo di professori che per la prima volta vedevo fuori dalle aule accademiche.”

E ha detto sì

Mi sono sposata nel luglio del 1959. E il 3 novembre dello stesso anno mi sono laureata. Quando sono tornata al mio paese, Caerano San Marco, che oggi gode di autonomia amministrativa, ma che allora faceva parte del comune di Montebelluna, sono stata accolta con la banda e con una grande festa organizzata in mio onore a Villa Benzi: ero la prima donna del paese cinta di laurea dottorale. E Andrea, mio marito da qualche mese, e già piuttosto noto, era al mio fianco.

Andrea Zanzotto è legato a Pieve di Soligo. Le, Marisa, invece, vive preferibilmente a Venezia, a Milano. E poi viaggia spesso. Che rapporto ha con questo piccolo paese della Vallata?

Non facile. Sposando Andrea pensavo che Pieve sarebbe stato uno dei luoghi dove risiedere. Ma non è stato così. E’ strano come una persona aperta e lungimirante come mio marito sia invece stato succube della mentalità chiusa e arcaica che qui ha prevalso per tanti anni. Non ho mai capito perché non potessi passeggiare mano-nella-mano con Andrea quando percorrevamo a piedi le strade del paese. Non ho mai capito perché mi si accusasse di essere troppo appariscente. Perché avrei dovuto dare importanza al murmure del paese. E’ stata tumultuosa la nostra unione. Le incomprensioni non sono mancate.

E, un certo punto, si è trasferita a Venezia. Quando?

Non ricordo esattamente. Era l’anno in cui Fellini riceveva il Leone d’oro alla carriera. Te lo rammenti, Andrea? Alla mostra del cinema in quell’occasione hanno recitato Pin Pidin (opera per bambini scritta anche da Andrea Zanzotto,ndr). Erò già in pensione, ma sono rientrata in servizio come preside. Sentivo di dover fare questa scelta.

Girando pagina: com’è che è diventata amica intima di Marta Marzotto? Lo chiedo perché tra voi sembra vi sia una sorta di affinità.

Marta l’ho conosciuta a Minneapolis, dove mio figlio Giò ha ancora uno studio, presso l’università. Giò era amico di Annalisa Marzotto: una sera avevano dato una festa a cui non ero stato invitata. Marta non l’ha mai perdonato a Gio. E comunque a quel mancato incontro sono seguite tante altre occasioni di confronto tra me e Marta. Sì: ci lega una bella amicizia. Che si rinnova grazie ad amici comuni, a conversazioni sincere, intense. Qualche giorno fa, mentre si dirigeva a Cortina per festeggiare il suo compleanno, è passata per Pieve. Le ho detto che non avrei potuto partecipare alla festa. E lei mi ha fatto un regalo (un anello), che ho al dito”.

Marisa, so che a Andrea Zanzotto piacciono berretti e cappelli (ne indossa sempre uno): qual è il suo accessorio preferito?

I cappelli! Ho la stessa passione di Andrea, anche se a mio marito le mie scelte non vanno a genio. E’ una questione di…falde.

Meglio un rimpianto o un rimorso?

E’ preferibile sbagliare che rinunciare a fare. E’ terribile avere rimpianti.

Emanuela Da Ros

 


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