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25 aprile 2024

Treviso

"No a sale e piazze di Treviso ai gruppi neofascisti”: ma la maggioranza boccia la proposta

Il presidente della V Commissione, Acampora:"Se un partito o un’associazione sono già riconosciuti a livello nazionale chi siamo noi amministratori locali per vietare le sale"

| Isabella Loschi |

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TREVISO - Ieri pomeriggio in commissione “statuto e regolamento” è stata discussa la proposta di delibera di iniziativa popolare presentata da Coalizione Civica per Treviso che chiedeva ai commissari di modificare il regolamento per la concessione d’uso temporaneo delle sale e degli immobili comunali introducendo limitazioni a quelle organizzazioni che si richiamino direttamente all’ideologia fascista o nazista e che non rispettino la Costituzione. La maggioranza compatta, ha votato contro, decisa a bloccare questa iniziativa.

“A parte il fatto che mi sembra alquanto anacronistico questo tentativo di voler a tutti i costi salvare Treviso dal Nazifascismo dilagante, tuttavia sono convinto che se un partito o un’associazione siano già riconosciuti a livello nazionale e partecipano alle competizioni elettorali, chi siamo noi amministratori locali per vietargli l’accesso alle sale comunali?”, ha dichiarato Davide Acampora, presidente della V° commissione.

Nel testo di modifica del regolamento presentato da Luigi Calesso, si chiedeva venisse sottoscritta una esplicita dichiarazione che impegnava i vari gruppi o associazioni, a riconoscersi nei principi della Costituzione, di non professare ideologie neofasciste e neonaziste o perseguire finalità antidemocratiche minacciando la violenza come metodo di lotta politica. Anche su questo Acampora ribadisce: “Mi chiedo come mai per par condicio non abbiano contemplato anche il caso di chi professa ideologie di stampo comunista, visto che quel totalitarismo si stima abbia causato cento milioni di morti nella storia e non mi sembra giusto debba essere esente da responsabilità. O tutti o nessuno”.  

“Credo non sia compito del Comune di Treviso giudicare il pensiero altrui dal momento in cui tale pensiero è già ritenuto legittimo dallo Stato Italiano, sarebbe una limitazione democratica della quale io non intendo certamente rendermi complice - ha concluso il presidente della V commissione - noi non impediremo l’accesso alle sale comunali a chiunque sia già legittimato ad esistere da un ente superiore”.

 


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Isabella Loschi

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