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25 aprile 2024

Treviso

NO BURQA NELLA MIA OSTERIA

Iniziativa di un oste di Tezze di Vazzola

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NO BURQA NELLA MIA OSTERIA

TREVISO - Esige sicurezza e nel suo locale, a Tezze di Vazzola, non vuole nessun cliente con il viso coperto, tanto meno se a celare il volto è un burqa, un niqab o un casco.

Tiziano Furlan, gestore dell'osteria "Alla botteghetta" e consigliere leghista nel suo comune, forte delle sue ragioni non ci ha pensato due volte e ha esposto un cartello, scritto a mano, che non dà adito a dubbi: "Nel rispetto delle leggi a tutela dei clienti è vietato l'uso del casco, del viso travisato e del Burqa/Niqab per tutta le permanenza all'interno del locale". Il cartello da alcuni giorni è in bella mostra nell'osteria. A far scattare la molla del cartello pare sia stata la mancata approvazione in consiglio comunale di una mozione presentata dallo stesso Furlan per vietare l'uso degli abiti tradizionali islamici.

Il sindaco ha spiegato la bocciatura rilevando di non essere certo contrario alla sicurezza, ma che questa è tutelata da "leggi già esistenti. Perché prendere altre iniziative?". Furlan di donne con il burqa nel suo locale non ne ha mai viste però "ci sono stati problemi nei supermercati.

Sono responsabile io nel mio locale - precisa - e a tutela dei clienti nessuno entra a viso coperto. Tutti devono essere visibili, si devono poter vedere negli occhi". Sempre sull' onda della sicurezza, Furlan si chiede perché oltre a tutti i vari divieti esposti, dal fumo al gioco alla carte d'azzardo, "perché non ci può stare uno che vieta l'uso del burqa?". L'osteria "Alla botteghetta" oggi è chiusa per riposo settimanale e Furlan per tutta la mattinata se ne è andato a zonzo per gli altri locali della zona, raccogliendo dice pareri a favore della sua iniziativa. "Nei 7, 8 bar in cui mi sono fermato - racconta - ho avuto approvazioni, le stesse che mi hanno fatto i miei clienti. Sono sicuro che altri colleghi mi seguiranno. Se c'é necessità di raccogliere firme, sono pronto".

Furlan non è nuovo a simili "crociate" all'insegna del gesto eclatante. Si era già fatto notare dopo la sentenza dell'autunno scorso della Corte di Strasburgo sul crocifisso nelle aule scolastiche. Detto fatto: aveva preso anche quella volta cartoncino e pennerello e poi aveva appeso, sotto il simbolo cristiano, un cartello con la scritta: "Chi non vuol vedere il crocifisso si accomodi. La porta è alle spalle".

 

 


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