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24 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Nasce la “Carta di CastelBrando”

Misure per risanare il bilancio dello Stato, rilanciare l’economia, l’occupazione e il reddito dei cittadini

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Nasce la “Carta di CastelBrando”

CISON DI VALMARINO – Nasce la “Carta di CastelBrando”, un documento che racchiude la sintesi delle misure necessarie per risanare il bilancio dello Stato, rilanciare l’economica italiana, l’occupazione e il reddito dei cittadini. Misure che in occasione del Forum “Lavoro, Impresa, Paese” dell’8 luglio 2013, organizzato da ConfAPRI e Apindustria Vicenza, sono state condivise, discusse e concordate con le centinaia di imprenditori, oltre a economisti e legislatori di tutti gli schieramenti politici, presenti a CastelBrando di Cison di Valmarino.

 

Cosa dovrebbe fare il Governo per far sì che la ripresa dell’Italia ci sia e subito? Deve:

 

- ridurre urgentemente il debito pubblico attraverso la privatizzazione di immobili, partecipazioni, concessioni, licenze, diritti e altro per circa 300 miliardi di euro e utilizzando le riserve in valuta e auree della Banca d’Italia, oscillanti fra i 100 e i 140 miliardi di euro. Così possiamo portare il debito pubblico, nell’arco di un quinquennio, da 2.000 a 1.500-1.600 miliardi di euro (dal 124% al 90%, o al massimo al 100%, circa del PIL), risparmiando così tra i 15 ed i 25 miliardi annui di interessi e rendendo lo spread sul debito pubblico italiano molto meno instabile di quanto non sia oggi;

- tagliare altrettanto urgentemente la spesa pubblica, nell’arco di 5 anni, dall’attuale 47% al 40% del PIL (da 800 a 640-700 miliardi di euro), avvicinandoci alla media dei 5 paesi OCSE più virtuosi. Circa 15-25 miliardi arriveranno dal calo della spesa per interessi, indotto dalla riduzione del debito, mentre gli altri 65-100 miliardi circa sono ottenibili dalla cancellazione della piaga della corruzione (-10 miliardi), da una riduzione della spesa per la gestione della struttura dello stato - ministeri, regioni, provincie, comuni, enti pubblici - (-15 miliardi), dalla revisione delle pensioni di invalidità (-10 miliardi), dall’eliminazione dei sussidi alle imprese (-20 miliardi), dalla modernizzazione e razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi intermedi più in generale (-10 miliardi) e da altre razionalizzazioni (-35 miliardi).

 

Oltre a queste azioni, sono necessarie urgenti leggi che puntino a:

1 - Sblocco immediato dei circa 120 miliardi di euro dovuti dallo Stato e dagli Enti alle imprese. Con soli 10 miliardi di incremento del fondo di garanzia del MEF (dei quali 8 rientrerebbero dalle tasse e quindi il costo finale per il governo sarebbe di soli 2 miliardi più interessi) si permetterebbe subito alle imprese di farsi anticipare i 120 miliardi dalle banche che oggi hanno liquidità, rilanciando l’economia (imprese ed occupazione) e generando un più 0,8% del PIL;

2 - Abolizione dell’IRAP (entro il 2014) e modulazione dell’IMU che non pesi oltre il 5% del reddito lordo su tutte le attività produttive;

3 - Pagamento dell’IVA solo a incasso avvenuto;

4 – Social Housing: un milione di abitazioni vincolate dalle banche vengano date al prezzo di mercato alle famiglie richiedenti attraverso un contratto di mutuo (con affitto garantito);

5 – Riduzione delle tasse per le imprese e per i lavoratori, riportandole alla media dei paesi OCSE più virtuosi;

6 - Ammodernamento della giustizia italiana, oggi classificata fra le più arretrate al mondo (una giustizia celere e di qualità è la premessa per un corretto svolgersi delle attività economiche);

7 – Tutela del Made in Italy, marchio utilizzabile solo da chi produce almeno il 90% in Italia,

8 – Eliminazione della corruzione nel settore pubblico e privato: etica, integrità e zero tolleranza permetterebbe di risparmiare da subito oltre 70 miliardi di sprechi e ruberi.

 


| modificato il:

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