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28 marzo 2024

Nord-Est

Morto in gita per uno scherzo fatale. Si cerca il colpevole

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Morto in gita per uno scherzo fatale. Si cerca il colpevole

PADOVA - Confrontare le varie versioni sugli ultimi minuti di vita di Domenico Maurantonio, lo studente 19enne padovano precipitato durante una gita scolastica dal quinto piano dell'hotel Da Vinci di Milano. E' quello che ieri gli investigatori lombardi hanno cercato di fare, risentendo per ore i compagni del liceo 'Ippolito Nievo', dopo gli interrogatori successivi al ritrovamento del corpo all'alba di domenica.

 

Escluso il suicidio o una caduta accidentale, tra le piste che rimangono in piedi vi sono soprattutto quelle di una goliardata o di un festino finito male. Pare che abbiano fatto bere al ragazzo un lassativo, e questo si sia sentito malissimo.

Secondo quanto riporta Il Gazzettino, inoltre, avrebbe già un nome il fautore dello scherzo che sarebbe stato appunto fatale per il giovane.

Tutta da verificare la possibilità che nelle mani di chi si sta occupando del caso vi siano immagini, fotogrammi rubati nella stanza divisa da Domenico e dai suoi amici che potrebbero raccontare una verità diversa dai tanti "non so" e "non ho visto nulla" riferiti sino ad ora.

 

Questa mattina la madre del giovane gli darà l'ultimo saluto nella chiesa di Altichiero, alle porte del capoluogo euganeo. Il sospetto di mamma Antonia, insegnante, appare come un j'accuse rivolto ai docenti che accompagnavano il gruppo in visita all'Expo ma soprattutto ai compagni di camera del figlio: impossibile che nessuno abbia visto o sentito nulla.

Probabile, invece, che più di qualcuno non parli o ometta, magari per paura di un coinvolgimento diretto, pezzi importanti della ricostruzione dell'accaduto. Nelle mani degli investigatori, che procedono per omicidio colposo, in queste ore si sono aggiunti pochi elementi nuovi. Una foto, raccapricciante, mostrata ad uno degli insegnanti dal telefonino di un inserviente dell'hotel, che ritrae il giovane esanime al suolo.

E le parole della preside, Maria Grazia Rubini, che insinua nella vicenda l'ombra di un uomo misterioso, uno slavo, che si sarebbe aggirato in prossimità delle stanze dei ragazzi e avrebbe anche aiutato alcuni studenti ad entrare nella stanza con la chiave magnetica. L'insegnante ha voluto rispondere indirettamente al grido di dolore della madre di Domenico, respingendo ogni responsabilità. "Mi trovo - si sfoga - in un tritasassi che non merito".

 

Oggi sarà il giorno del dolore e del raccoglimento, di fronte al quale anche la Diocesi di Padova ha chiesto un passo indietro. I cronisti non saranno ammessi in chiesa durante il rito funebre, per rispettare la delicatezza della vicenda.

 

 


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