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19 aprile 2024

Montebelluna

Montebelluna Capitale della Cultura: i punti di forza del progetto

In un dossier la disamina dell’azione che ha portato la città tra la dieci finaliste

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Montebelluna Capitale della Cultura: i punti di forza del progetto

MONTEBELLUNA – Quali sono i punti di forza del progetto che ha portato Montebelluna ad essere una delle dieci città italiane finaliste nella selezione per Città Capitale Italiana della Cultura? Il Comune di Montebelluna lo mette nero su bianco in un dossier in cui viene effettuata un’analisi.

 

Si parla di una “canditura controcorrente” che trova senso in “una accezione estensiva” del concetto di cultura. Ovvero di “una città-impresa di poco più di trentamila abitanti che certo non si segnala a livello nazionale per eventi di rilievo mass-mediatico, ma si presenta come outsider che rivendica la cifra di quella cultura del lavoro che l’ha resa, attraverso il distretto produttivo dello Sportsystem, uno dei nodi più pregiati e  internazionalizzati del mondo  d’impresa italiano”. Tanto che “ne esce un nuovo concetto di prossimità – prosegue il dossier - dove il vicino non è più solo il comune confinante ma il mondo intero che condivide con Montebelluna storie, economie, filiere, culture. Ancora oggi, Portland, in Oregon, che ospita le sedi delle più prestigiose imprese di calzature e abbigliamento sportivo americane, vede in Montebelluna il proprio riferimento ideale. Lo sviluppo economico è avvenuto di pari passo all’innalzamento del potenziale medio d’istruzione attraverso il fiorire di un polo scolastico secondario, della più innovativa biblioteca contemporanea del Veneto, del Museo Civico di Archeologia e Scienze Naturali, del Museo dello Scarpone, dell’Auditorium di Villa Pisani, della rete delle associazioni culturali, del rinnovato ospedale. Sennonché il tutto è accaduto in modo parzialmente irriflesso”.

 

All’atto pratico si è lavorato per tendere a quello che viene definito un “inedito urbanesimo”. “Il dialogo con gli enti sovra-ordinati, le associazioni di categoria, le forze sindacali, le istituzioni formative, le associazioni culturali e l’università ha portato a codificare un inedito urbanesimo  - viene spiegato ancora - .L’adozione contestuale di strumenti fra di loro integrati quali il nuovo Piano degli Interventi (PRG), il Piano Generale Urbano del Traffico, il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, il Piano Acustico, la Zonazione Sismica, hanno modificato il codice genetico della Città, introducendo misure antispeculative nel settore urbanistico associate al recupero della Superficie Agricola Utile, all’adozione di criteri architettonici fondati sulla qualità del progetto e la sostenibilità ambientale, al recupero degli edifici industriali (anche i grigi capannoni), alla revisione della viabilità e della mobilità per la riduzione di emissioni in atmosfera e dell’inquinamento acustico, alla messa a norma sismica e termica delle scuole, alla pedonalizzazione e riqualificazione del centro storico (contrastata all’inizio, condivisa poi). Insomma, è un ridisegno del territorio non limitato alla difesa degli elementi di pregio sopravissuti all’alluvione edilizia della seconda metà del secolo scorso, ma orientato alla reinvenzione dei non-luoghi al fine di creare nuovi valori paesaggistici, ai sensi del Codice dei Beni Culturali".

 

Montebelluna viene definita una città smart, ma anche qui il concetto va inteso in modo “ampio”. “Montebelluna – viene puntualizzato ancora nel dossier - è una città smart non tanto perché è fra le prime in Italia ad aver cablato oltre il 90% del proprio territorio con la fibra ottica, creando le condizioni per l’attuazione dell’agenda digitale e il tele controllo del traffico e dell’inquinamento, quanto perché il progetto di riscrittura di se stessa va comportando il recupero della memoria collettiva, anche inconscia, attraverso l’esercizio semiotico dell’interpretazione dei segni incisi nel palinsesto territoriale”.

 

Villa Pisani avrà un ruolo molto importante. “Portale di accesso a tale sistema, dedicato al turismo culturale, sarà la montebellunese Villa Pisani, oggetto di un importante intervento di restauro, che ospiterà il primo memoriale multimediale contemporaneo dedicato al tema: un centro di informazione per la visita al Montello e al Veneto, senz’altro, ma anche un luogo di riflessione critica su un conflitto epocale i cui effetti giungono fino al presente e interrogano sul futuro del progetto politico europeo”.

 

E quali sono gli obiettivi della candidatura? “Proporre un nuovo modello innovativo di azione culturale pubblico/privato a sostegno del cambiamento sociale ed economico di un territorio; - creare nuovi luoghi della cultura a Montebelluna e integrare luoghi inaspettati (aziende, parchi, uffici, etc.) nel sistema culturale territoriale; - valorizzare l’attuale offerta culturale; - avviare nuovi progetti culturali in una prospettiva di permanenza e non di temporaneità; - ampliare il target di destinazione dell’offerta culturale in una visione di integrazione, condivisione e confronto; - ridare nuova vita a spazi ed edifici storici in degrado per restituirli alla comunità come luoghi della cultura utili, rilevanti e sostenibili; proporre una candidatura che sia espressione di un intero territorio; costruire attraverso la candidatura una città che possa avere anche una dimesione europea, una città proiettata nel futuro, a misura d’uomo, dove la tecnologia è una risorsa e le idee sono la linfa vitale”.

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