Molinetto, "Vogliamo che chi arriva si senta protetto"
Sindaco Collodel: "Avvieremo un piano per la sicurezza"
REFRONTOLO - C'è voglia di tornare alla normalità a Refrontolo, un mese dopo la tragica notte dell'esondazione del torrente Lierza che portò distruzione e morte (4 le vittime) al Molinetto della Croda. Le ferite sono ancora aperte ma le comunità di questa piccola valle fra i colli trevigiani, tappezzata di vigneti, vogliono voltare pagine. Non prima naturalmente dell'accertamento di eventuali responsabilità sul piano penale. La volontà è quella di riavere il Molinetto fruibile come un tempo, nella tranquillità che ha sempre accompagnato gite, visite ed escursioni.
"C'è la grande volontà di riaprire l'area - assicura il sindaco, Loredana Collodel (in foto) - e non appena il Genio Civile sarà intervenuto su ogni aspetto di sua competenza per ripristinare l'alveo del torrente Lierza, avvieremo un piano per la sicurezza per poter tornare a frequentare l'area in serenità". Il che non vuol dire raggiungere la certezza che il torrente non esonderà mai più. "Dove c'è acqua questo può sempre accadere. Però - aggiunge Collodel - si può fare in modo di conoscere per tempo gli eventuali indizi di pericolo. E così ad esempio predisporre precisi punti di raccolta con personale addestrato alla gestione delle emergenze. Vogliamo che tutti coloro che giungono in quel luogo, dai giovani, agli anziani, ai portatori di handicap - prosegue - si sentano protetti". Ieri sera, ritornato agibile lo spiazzo dopo l'opera di ripulitura dai detriti trascinati dal Lierza, è stata celebrata una messa in ricordo delle quattro vittime.
L'indagine della magistratura è per ora agganciata al lavoro dei consulenti individuati all'indomani dell'evento, impegnati sostanzialmente a verificare se ed in quale misura lo stato di manutenzione dei luoghi ed i loro mutamenti, indotti dall'antropizzazione, possano aver influito sulla straordinarietà dell'evento alluvionale di un mese fa.