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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Il milione e 200mila euro della Fondazione Fenderl rischia di finire in Vaticano

Spunta il testamento del fondatore: in caso di trasformazione patrimonio alla Biblioteca Vaticana

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

Il milione e 200mila euro della Fondazione Fenderl rischia di finire in Vaticano

VITTORIO VENETO - “Il Cesana non passi alle via legali per incorporare la Fenderl”. E’ l’appello lanciato dalle minoranze – e dall’intero consiglio comunale – al cda della struttura di via Carbonera. Passa all’unanimità infatti l’ordine del giorno voluto dall’opposizione, che chiede al Cesana Malanotti di “abbassare i toni” nella vicenda che vede coinvolta la fondazione voluta da Ettore Fenderl e oggi presieduta da Giancarlo Scottà.

 

Si dà così mandato al sindaco Roberto Tonon e all’amministrazione di “invitare i vertici dell’Ipab a risolvere eventuali contenziosi con la Fondazione Fenderl praticando prima il dialogo e percorrendo poi strade condivise, tralasciando onerose spese legali e giudiziarie”.

 

Antefatto. Tutto era cominciato il 23 gennaio, quando il cda del Cesana chiedeva alla Fondazione di deliberare sull’incorporazione nella casa di riposo. In caso di diniego, l’Ipab valutava l’opportunità di azioni legali per favorire la fusione con la Fondazione. Una mossa – quella dell’incorporazione – che prende vita con la delibera della giunta Tonon dell’ottobre 2016.

 

Un secco “no”. La Fondazione Fenderl aveva già stabilito, nel marzo 2017, di “non procedere alla proposta di fusione per incorporazione della fondazione medesima nell’istituto Cesana Malanotti”. Volontà ribadita ieri sera in consiglio comunale, con una nota inviata dal presidente Scottà, che ha rinnovato la “volontà (della Fondazione, ndr) di rimanere autonoma e indipendente”.

 

Il classico “coniglio dal cilindro”. Anche ieri sera l’ex sindaco e oggi consigliere comunale leghista Gianantonio Da Re ha messo in atto un colpo di scena, rivelando come a suo tempo la fusione gli fosse stata sconsigliata da esperti e avvocati durante il suo mandato.

 

Il parere legale si fonda su un passaggio del testamento dello stesso Ettore Fenderl: “Qualora, per qualsiasi malaugurato evento, la Fondazione non potesse essere costituita, o venisse soppressa o trasformata, il relativo patrimonio sarà interamente devoluto alla Santa Sede, a favore della Biblioteca Apostolica Vaticana, a ricordo della lettera da me scritta al Papa Pio XII, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Sua Santità Benedetto XV”.

 

Questo preoccupa le minoranze, che vedono la possibilità, in caso di fusione con il Cesana, che la Fondazione perda il suo patrimonio da 1 milione e 200mila euro, che potrebbe andare a finire a Roma.

 

Il tesoretto. Il punto saliente riguarda appunto l’ingente somma presente nelle casse della Fenderl.

 

L’altro rischio paventato, e cioè che con la riforma delle Ipab il patrimonio possa andare a finire nelle mani della Regione, non sussiste. Qualora entrasse in vigore la legge tanto attesa, infatti, la Fenderl potrebbe trasformarsi in soggetto privato e non in azienda pubblica di servizi alla persona, mantenendo proprio il patrimonio.

 

Questa – oltre a quella attuale – l’unica soluzione per mantenere intatte le proprie casse, senza “ingerenze esterne”.

 

Perchè il Cesana vuole a tutti i costi l’incorporazione? Secondo l’opposizione il Cesana mirerebbe, con la fusione, proprio a quel milione e 200 mila euro: “Serviranno per la garanzia dei prestiti che il Cesana chiederà alle banche” sostiene il consigliere di FI Paolo Santantonio, facendo riferimento ai 200 nuovi posti per la casa di riposo e agli investimenti per Villa Papadopoli e Ca’ Mocenigo.

 

Emendamenti. Le modifiche alla delibera proposti dal consigliere fuoriuscito dal Pd Adriano Botteon e dal dem Graziano Carnelos chiedono che Scottà aggiorni il consiglio comunale sulle attività della Fondazione e sui rischi – visti gli ultimi sviluppi sollevati – di perdita del patrimonio in caso di fusione col Cesana.

 


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