23/04/2024pioggia debole

24/04/2024pioggia debole

25/04/2024pioviggine e schiarite

23 aprile 2024

Treviso

Migranti muoiono, trevigiani gioiscono. Facebook tollera

Per standard di comunità istigazione all'odio razziale e apologia di fascismo non sono reati

| Stefania De Bastiani |

immagine dell'autore

| Stefania De Bastiani |

Migranti muoiono, trevigiani gioiscono. Facebook tollera

TREVISO -  In Italia definire "bella notizia" la morte di decine di migranti non è reato. Scrivere su Facebook che 30 decessi sono "pochi, dovevano essere di più" non viola gli standard di comunità del social network. Standard che vengono rispettati anche quando gli africani sono etichettati dagli utenti come "merde" o "feccia".

Se Zuckemberg, in Germania, su richiesta del paese e del ministro alla giustizia Heiko Mass, ha dato il via a una task force contro i commenti e le pagine che incitano all'odio razziale, pare che nel nostro paese, su Facebook, tutto sia permesso. O meglio: ci sono cose proibitissime, come postare in bacio tra gay, ma gioire della morte delle persone è lecito. Auspicare che gli africani "non si riproducano" anche. Va benissimo pure definire uomini e bambini che provengono dall'Africa "immondizia che va fucilata". Sono permessi i fotomontaggi a sfondo nazista: una bandiera con la svastica che sventola sopra le teste dei profughi di Vittorio Veneto, ad esempio, perché dovrebbe essere rimossa?

"Ste merde arrivano dal posto dove dovrebbero stare, ovvero morti in mezzo alla loro stessa merda. Stanno bene a far carbone nel mio caminetto" è il commento di un giovane di Cordignano che, secondo Facebook, non ha scritto nulla di male a didascalia delle foto di alcuni migranti giunti in zona.

 

L'odio che dilaga in rete. Sono numerosissimi i giovani trevigiani, di 20, 30 anni, che danno libero sfogo al loro odio con frasi xenofobe e razziste, che auspicano il ritorno di Mussolini e la pulizia etnica. Spesso le frasi sono preconfezionate, con tanto di immagine. Va alla grande la bomba con scritto "prendi questa, zingara", la foto di Mussolini con lo slogan "L'Italia tornerà fascista", e la versione "Comunisti, quanto vi brucia che dopo 69 anni c'è un popolo che ancora acclama e esalta il duce?"

Link, foto, frasi fatte, divulgate anche attraverso pagine e gruppi che contano decine di migliaia di iscritti. "Il duce Benito Mussolini", da esempio, ha ben 40mila seguaci che, uniti, inneggiano alla preservazione della "razza pura" con link quali "italiani si nasce non si diventa". "Fascismo" è una comunità che conta 28mila iscritti, e si propone di rovesciare la storia con slogan del tipo: "25 aprile: ma liberazione da cosa?". Nella pagina vengono anche postati video in cui gli ebrei sopravvissuti raccontano la loro esperienza, definita dagli amministratori "una menzogna che fa a pugni con la realtà". Pagina negazionista e revisionista, che propone una falsa "verità dietro i cancelli di Aushwitz", "Fascismo" pare rispetti gli standard italiani di Faceboook.

I negazionisti si danno da fare anche in "Fascismo: uno stile di vita", gruppo che conta 11mila iscritti. 15mila invece sono le persone che vorrebbero "Fuori tutti gli immigrati dall'Italia" e 25mila coloro che si divertono a denunciare "Tutti i crimini degli immigrati". "Generazione identitaria" conta 13mila like e si muove per preservare la "purezza della razza", battendosi contro il mescolamento delle etnie.

 

Reati non sanzionati. Sul web l'odio razziale spopola e nessuno fa nulla per mettere un freno a questa onda nera che travolge, per primi, gli stessi componenti di quei gruppi i quali, al pari di ciò che successe nel nazismo, stanno de-umanizzando quel diverso che non conoscono. Aborrendolo, trasformandolo nel capro espiatorio dei loro mali.

In Germania è stato il governo a chiedere alla società di Mark Zuckember un incontro per frenare la deriva razzista che sta infestando il web. In seguito a un incontro tra il ministro Maas e i responsabili di Facebook, avvenuto nei giorni scorsi a Berlino, la società di Zuckemberg si è impegnata a stringere una partnership con il gruppo Fsm, che si occupa di monitorare il web, e a esortare gli utenti a reagire di fronte a messaggi razzisti.

In Italia è partita una petizione al riguardo su Change.org che chiede a Facebook di rimuovere i contenuti di apologia del fascismo. E' paradossale, infatti, che gli standard della comunità di Zuckemberg non riconoscano quel reato, sancito in Italia dalla legge Scelba, che prevede l'arresto fino a 4 anni per chi promuove movimenti o organizza gruppi che perseguono finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, che svolgono propaganda razzista o esaltano esponenti del fascismo. Su Facebook non è "in vigore" nemmeno la legge Mancino, che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista o che incitano alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi.

Ma il Governo pare abbia altro a cui pensare. Mentre in Germania i ministri sono corsi ai ripari, in Italia non c'è stata alcuna richiesta di questo tipo da parte della politica. Ma cosa dovremmo pretendere da uno stato in cui è "normale" che un senatore definisca orango una parlamentare europea nera?

 


| modificato il:

foto dell'autore

Stefania De Bastiani

SEGUIMI SU:

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×