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25 aprile 2024

Italia

Marino sotto assedio, dimissioni a un passo. Esposito lascia

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Marino sotto assedio, dimissioni a un passo. Esposito lascia

Si rafforza sempre più l'ipotesi dimissioni per il sindaco di Roma Ignazio Marino dopo le polemiche legate agli scontrini pubblicati sul sito del Campidoglio . Sarebbe iniziata in Campidoglio la riunione del sindaco con gli assessori della giunta. Stando alle voci che circolano in Campidoglio, alla riunione starebbero partecipando anche i consiglieri del Pd.

Secondo indiscrezioni, che hanno trovato ampie conferme, sarà il sindaco a dimettersi, prevenendo così il forfait minacciato dagli assessori. In mattinata erano circolate infatti voci, poi smentite, sulla possibilità che gli assessori del Pd si dimettessero in blocco durante la giunta capitolina, convocata alle 12 e slittata alle 13. Gli assessori del Pd "non si sono dimessi, aspettiamo che il sindaco faccia la sua valutazione poi faremo la nostra", ha chiarito l'assessore capitolino ai Trasporti Stefano Esposito sul caso Marino a SkyTg24.

"Io sono preoccupato per la città come lo ero ieri. Il tema politico di cui si sta discutendo è serio. Non vedo grandi possibilità per andare avanti", ha detto Esposito che ha definito "inevitabile" la fine dell'amministrazione. "Si è manifestato un quadro che non ci consente di andare avanti con la necessaria autorevolezza e forza. Non possiamo passare il nostro tempo - ha detto - a discutere di scontrini".

ESPOSITO SI E' DIMESSO - Si è dimesso l'assessore capitolino ai Trasporti Stefano Esposito. A confermarlo all'Adnkronos è lo stesso senatore del Pd, mentre è ancora in corso la riunione con il sindaco Ignazio Marino e i consiglieri dem. Anche il vicesindaco Marco Causi e l'assessore Marco Rossi Doria avrebbero espresso la volontà di lasciare la giunta.


M5S ALL'ATTACCO - Va all'attacco il M5S. "Marino è un pesce piccolo di un partito che a Roma ha fallito. Il Pd è responsabile numero uno e soprattutto Renzi che lo ha difeso in ogni modo mettendogli come badante Orfini con l'unico obiettivo di non fare andare al voto la città per paura che potesse vincere il M5S. Chiedo ai romani di metterci alla prova", ha detto il parlamentare del M5S Alessandro Di Battista davanti al Campidoglio, dove è attesa per la riunione di giunta sulle ipotesi di dimissioni. Quanto all'ipotesi di una sua candidatura a sindaco Di Battista ha ribadito: "Ho deciso di non candidarmi, devo finire il mio mandato in parlamento. Non mi candiderò, non ho mai avuto questa ambizione".

ONORATO (LISTA MARCHINI): "VOTO A MAGGIO" - "Se, come sembra ormai certo, le dimissioni di Marino arriveranno nei prossimi minuti, l'ipotesi è di elezioni anticipate nella prima finestra utile, cioè a maggio", ha detto il capogruppo capitolino della lista Marchini Alessandro Onorato, lasciando il Campidoglio. Secondo Onorato, il peggior nemico di Marino sono state "le sue bugie e il rapporto conflittuale con il suo partito". "Vogliamo che questa città sia amministrata non con figuracce planetarie o facendo le pulci agli scontrini del sindaco", ha concluso.

IN PIAZZA ANCHE CITTADINI PRO SINDACO - Non solo cori e sit in contro il sindaco Marino. In piazza del Campidoglio sono arrivati anche alcuni cittadini a sostegno del primo cittadino, che indossano t-shirt con la scritta 'Marino resisti' e 'Io sto con Marino'. "Credo che alla fine si debba valutare il lavoro complessivo della giunta", ha detto uno dei manifestanti pro Marino, che rispondendo a una domanda di un cronista ha aggiunto: "se avesse detto il falso, ma ho dei dubbi e comunque sarà la magistratura a stabilirlo, penso che si dovrebbe dimettere".

'BATTAGLIA' DI CORI IN CAMPIDOGLIO TRA CASAPOUND E SOSTENITORI MARINO - Da un lato le bandiere di Casapound e dall'altro i sostenitori di Ignazio Marino. È quanto sta andando in scena in questi minuti in piazza del Campidoglio, dove è in corso una riunione di Marino con la giunta. "Elezioni, elezioni", chiedono gli esponenti di Casapound e di Sovranità presenti sotto Palazzo Senatorio. Dall'altro si alzano i cori pro-sindaco "fascisti, fascisti".

 



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