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28 marzo 2024

Politica

Lotta alle ludopatie: fanno discutere le norme approvate nel decreto dignità

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Lotta alle ludopatie: fanno discutere le norme approvate nel decreto dignità

Tra le norme contenute nel decreto dignità, approvato da poco dal governo, hanno fatto discutere soprattutto i provvedimenti legati al gioco d'azzardo. Nel nostro paese, i giochi di questo tipo (che comprendono scommesse, slot machine, gratta e vinci, ma anche lotterie nazionali e gioco del Lotto) sono molto diffusi, e smuovono un giro d'affari non indifferente. Nel 2017, i dati parlano di un fatturato record da 96 miliardi di euro che, al netto delle vincite (e quindi dei soldi restituiti ai consumatori) fa registrare un guadagno di 20,5 miliardi di euro. Di questa cifra, lo stato incassa circa 10 miliardi fra imposte dirette e concessioni. Negli ultimi anni, inoltre, i dati sul gioco d'azzardo in Italia fotografano la crescita del settore dell'online. Sempre più persone si rivolgono ai siti specializzati per tentare la sorte. E' soprattutto il settore delle scommesse quello su cui più si notano gli effetti di questa rivoluzione delle abitudini dei giocatori. Lo testimonia la crescita dei portali appositi, che hanno letteralmente invaso il web (per approfondire, potete trovare maggiori informazioni su migliorsitoscommesse.net).

 

Le disposizioni sotto attacco concernono il divieto di pubblicità per i giochi d'azzardo. Nelle intenzioni del governo, la norma servirebbe a combattere il gioco d'azzardo patologico, scoraggiando quantomeno l'educazione indiretta, e proteggendo soprattutto i minori, ossia le fasce di popolazione più a rischio per messaggi di questo genere. La ludopatia si caratterizza come una vera e propria patologia, simile alle dipendenze da sostanze. E' caratterizzata dal bisogno compulsivo a giocare, perdendo a volte anche cifre importanti e superiori alle proprie disponibilità economiche. Il tutto accompagnato da sensazioni negative, come ansia, irascibilità e disagi psicologici di vario genere.

 

La ludopatia colpisce persone di tutti i ceti sociali, ma l'incidenza maggiore è fra i disoccupati, che sono circa il 50% del totale. Secondo i dati più recenti, in Italia i casi di dipendenza da gioco d'azzardo sono circa 790.000. Un dato allarmante tanto più se si considera che i soggetti a rischio sono oltre 1.700.000. Anche i giovani sono sempre più attratti da giochi di questo tipo. Il 58% dei ragazzi ammette di giocare ogni tanto: di questi, l'8% presenta già problematiche relative alle scommesse e ai giochi a premi.

 

Le norme contenute nel decreto dignità quindi si inscrivono nel solco della lotta alla dipendenza patologica. Secondo il senatore Sergio Puglia, del M5S, il divieto di pubblicità è un grande passo avanti nella lotta alla ludopatia, che arriva dopo anni di inattività da parte delle forze politiche su questo argomento. Secondo Puglia, il gioco d'azzardo si diffonde maggiormente nei periodi di forte crisi economica, come quello appena passato, e si fonda sul desiderio di rivalsa economica dei meno fortunati.

 

Di diverso parere è invece Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, che punta il dito contro l'inefficacia della manovra. Il divieto di pubblicità finirebbe unicamente per procurare danni economici non indifferenti alle tante imprese attive nel settore: non solo i detentori dei giochi, ma anche i bar, le sale slot, e i locali, senza contare le agenzie pubblicitarie. Particolarmente grave, secondo Rostan, è la mancanza di sostegno concreto alle campagne di sensibilizzazione e alle associazioni che si occupano di aiutare le vittime di ludopatia. Il risultato delle norme, afferma, sarebbe stato unicamente quello di spostare la spesa del gioco d'azzardo verso altre forme, sostenendo le grandi multinazionali e punendo le piccole e medie imprese del settore, con il rischio della perdita di molti posti di lavoro.

 

Oltre alle norme contenute nel decreto dignità, già dall'anno scorso la regione Piemonte ha varato una serie di norme per cercare di combattere le ludopatia. In particolare, ha fatto discutere il cosiddetto "distanziometro", ossia il divieto di aprire sale slot o centri scommesse (oltre che di installare slot machine in locali e bar) entro 500 metri da luoghi considerati sensibili: scuole, chiese, ospedali e altro.

 

Una scelta che non ha mancato di scatenere l'ira degl esercenti. Critiche anche le associazioni di settore, che puntualizzano che la norma, lungi dallo scoraggiare il gioco patologico, ha semplicemente causato uno spostamento delle abitudini di gioco. Se particolarmente colpite sono state le slot machine, che hanno fatto registrare crolli importanti del fatturato, altri giochi come il poker, i gratta e vinci e le videolotteries hanno visto un aumento degli incassi nel primo anno di attuazione della normativa. Segno che, probabilmente, la lotta alle ludopatie non si gioca sul terreno dei divieti, ma su quello della sensibilizzazione e dell'informazione.

 


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