VITTORIO VENETO - Un anno e dieci mesi di carcere per lesioni e tentata estorsione: si è chiuso uno dei tanti capitoli della vicenda che ruota intorno a Elda Tandura e al suo amico/compagno, condannato ieri dal Tribunale.

Si tratta di un caso che risale a prima della morte della donna, avvenuta nell’ottobre scorso: la Procura però sta ancora esaminando le circostanze della morte della 66enne, e ha indagato il 47enne per omicidio preterintenzionale.

La donna è morta a causa di una caduta, provocata da una violenta spinta: questo le aveva causato un trauma alla nuca ed il conseguente versamento ematico.

Non erano stati sufficienti due interventi per salvare la 66enne, morta dopo settimane di coma. Tandura era stata ricoverata in ospedale il 24 ottobre scorso. Il compagno si trova ora a piede libero, scarcerato a causa di un presunto errore giudiziario.

Continua quindi, da parte della Procura, la ricostruzione delle cause che hanno portato alla morte della donna, visto che il capitolo più importante – legato alla sua scomparsa – deve ancora essere scritto per intero.