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28 marzo 2024

Esteri

Leader 'gilet gialli': "Dialogo coi 5S va avanti"

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Leader 'gilet gialli':

di Emmanuel Cazalé 


“Vogliamo convintamente continuare il dialogo con il Movimento 5 Stelle. Vogliamo che sia un dialogo costruttivo. E’ chiaro che se riusciremo a fare eleggere dei rappresentati al Parlamento europeo saremo vicini a Di Maio, più che a chiunque altro”. Così all'AdnKronos Christophe Chalençonuno dei leader dei gilet gialli ed ex portavoce della lista 'Ralliement d’initiative citoyenne' (Ric), che ha incontrato nei giorni scorsi in Francia Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista e che, annuncia, presto potrebbe venire in Italia a incontrare il M5S.

La crisi diplomatica scoppiata dopo l’incontro, con il richiamo dell’Ambasciatore francese in Italia per consultazioni, non lo preoccupa. Anzi. "E’ perfetto. Siamo molto felici. E’ la prima volta da tre mesi che scuotiamo Macron. Me ne rallegro" spiega Chalençon.

"Il Movimento 5 Stelle - sottolinea - cercava delle connessioni con il movimento dei gilet gialli. Alcuni esponenti hanno rifiutato di incontrarli, io ho accettato. Ho pensato che era un’ottima opportunità per capire come avevano strutturato il loro movimento e come erano riusciti in meno di 10 anni ad accedere al potere. Eravamo anche interessati a capire il loro posizionamento politico esatto, in particolare rispetto alla Lega, perché in Francia si fa una confusione con l’estrema destra. Sono rimasto molto soddisfatto da quello che mi è stato detto" dice Chalençon che, in seguito all’incontro di Montargis, nel dipartimento del Loiret, ha lasciato il Ric. "Non ne faccio più parte. Ero stato designato portavoce ma dopo la reazione di Ingrid Levavasseur che doveva partecipare all’incontro mi sono dimesso".

 

Con il Movimento 5 Stelle "potevamo incontrarci in Italia o in Francia. Eravamo a Montargis e abbiamo preferito che fossero loro a venire. Di Maio ha avuto molto coraggio a venire nel cuore della Francia a parlare con noi, vista anche la sua posizione rispetto a Macron. Mi sono congratulato con lui" sottolinea Chalençon, che dice di essere rimasto molto colpito anche da Di Battista e e dalla sua "prontezza di spirito".

Con Di Maio e Di Battista, spiega ancora Chalençon, "abbiamo discusso di molti temi, di molte problematicità e del problema migratorio. Abbiamo la stessa visione: bisogna togliere il chiodo dal pneumatico. La Francia ha imperversato in molti Paesi dell’Africa e continua a farlo con il Franco Cfa. Ad un certo momento bisogna fare saltare il lucchetto e aiutare i paesi africani a svilupparsi e a godersi delle loro ricchezze. Bisogna lasciare a questi paesi la possibilità di svilupparsi, in modo che le persone che ci vivono possano restare nei loro paesi, che non siano costretti a emigrare. L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha distrutto la Libia e andrebbe punito per questo. Bisogna smetterla di immischiarsi nella politica di questi Paesi".

Con il Movimento 5 Stelle, spiega ancora, “abbiamo parlato anche delle piattaforme tecnologiche, di Rousseau e della nostra Noos. Portano a due soluzioni diverse ma complementari e permettono di trattare le rivendicazioni che provengono dal popolo”. Insomma, aggiunge l’ex portavoce del Ric, “sono uscito molto soddisfatto da questo incontro”. Tanto che “ne sono previsti altri. La prossima volta andremmo noi in Italia” fa sapere.

L’obiettivo di quei gilet gialli che Chalençon cercherà di strutturare, “è creare un movimento popolare e fare una forte opposizione a Macron”. L’obiettivo resta quello di presentare una lista per le Europee di maggio: "Ora stiamo provando a costruire una lista. All’inizio della settimana annunceremo qualcosa".

La nostra ambizione, spiega Chalençon, “è creare un movimento nazionale. E ci riusciremo. Stiamo creando dei legami con tutti i territori e non vogliamo che ci siano 50 movimenti. Non vogliamo che ci siano iniziative sparse. Non vogliamo creare il movimento dei gilet gialli ma creare un movimento che provenga dai Gilet gialli”. Per l’ex portavoce del Ric, “Jacline Mouraud è troppo morbida” mentre Maxime Nicole, che ha manifestato a Sanremo, e Eric Drouet “rappresentano gli estremisti del movimento. Non stanno cercando soluzioni, non c’è un contenuto nelle loro rivendicazioni” afferma. L’obiettivo di Chalençon, invece, è strutturare i francesi intorno ad un nuovo progetto: “Il 50% dei francesi non si riconosce nei partiti politici tradizionali. Ora vogliamo creare un movimento che possa rispondere a questa attesa”.

Con il Debat National, il grande dibattito lanciato dal presidente francese Emmanuel Macron per rispondere alla protesta dei gilet gialli, “Macron non ha cambiato il suo approccio. Ha mantenuto la sua rotta. Ha stanziato 10 miliardi e non sa neanche come finanziarli. Noi vogliamo una redistribuzione delle ricchezze. Il presidente non si mette in discussione ed è favorevole alla globalizzazione, alla finanza, a questo modello di Europa che distrugge. Non conosce i problemi dei territori, quando la Francia al 95% invece è fatta da zone rurali". Chalençon però distingue tra Macron e il suo partito, En Marche, "che -dice - intendeva portare un cambiamento. Ma mentre l’idea di En Marche era un approccio orizzontale lui ha trasformato la sua politica in qualcosa di verticale”.

Per i gilet gialli di Chalençon, “il problema migratorio non è l’unico tema sul tavolo. Per noi i temi importanti sono quelli sociali, la redistribuzione delle ricchezze, la ricostruzione dei territori rurali, non siamo per gli estremi”. Detto questo, l’ex portavoce del Ric non gira le spalle agli elettori del Rassemblement National, l’ex Front National, il partito di estrema destra francese. “Non respingo gli elettori dell’estrema destra che votano Marine Le Pen. Tra i gilet gialli ci sono quelli che hanno fatto questa scelta, quella di votare per Le Pen, perché non si riconoscevano negli altri partiti tradizionali”.

Chalençon, infine, si dice favorevole all’Europa. “Sono favorevole all’Europa ma ad un’Europa sociale. Ci vorrebbe un salario minimo identico in tutti i paesi europei e uniformare le politiche di welfare. L’Ue è un progetto che mi vede favorevole: ha dato una certa protezione ai cittadini europei e ha evitato i conflitti”. L’ex portavoce del Ric non si sbilancia sulla sua partecipazione alla tredicesima giornata di mobilitazione in Francia dei gilet gialli. “Non lo so, vediamo. Oggi sono a Lione. Ora siamo al lavoro per costruire il futuro”.

 



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