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20 aprile 2024

Italia

Le politiche ai tempi del Porcellum

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Le politiche ai tempi del Porcellum

ROMA - La campagna elettorale ormai è entrata nel vivo delle attese e delle speranze del Paese. Da tempo, con la tecnica dei sondaggi, una scienza non esatta, si moltiplicano le informazioni in merito allo scenario che emergerà lunedì 25 febbraio. Nonostante il moltiplicarsi delle minuscole liste elettorali, della serie molti i chiamati, ma pochi gli eletti, è chiaro che la partita si gioca a cinque. Rispetto ai tre delle ultime politiche, quando si fronteggiarono il centro-destra, il centro e il centro-sinistra, il nuovo panorama si presenta più frastagliato: sono nate nuove formazioni, di cui una senza precedenti ossia il M5S di Grillo, e Rivoluzione Civile di Ingroia, che ha assorbito l'estrema sinistra del quinquennio precedente (Rifondazione Comunista, PDCI) e quel poco che è rimasto dell' Italia dei Valori intorno a Di Pietro.

 

In tutte le democrazie le modalità con cui vengono elette le rappresentanze del popolo sono diverse e si modificano nel tempo. In Italia, purtroppo, non è stato modificato il porcellum, studiato a tavolino da Pdl-Lega, contestato dalla gente comune, perché di fatto consente a qualche decina di dirigenti di partito di scegliere i 630 deputati e i 315 senatori, impedendo agli elettori di scegliere con la preferenza i propri rappresentanti. Nonostante le reciproche accuse per non essere pervenuti alla nuova legge elettorale, promessa da oltre un anno, è ragionevole concludere che siano stati Berlusconi e Maroni a impedire le modifiche, per garantirsi dall' alto i propri parlamentari.

 

Invece il gruppo dirigente del PD, pur essendo titolare della stesura delle proprie liste, ha rinunciato a esercitare tale potere: sono state le primarie a selezionare con largo anticipo i candidati, eliminando i tradizionali mal di pancia degli esclusi, come si sono registrati soprattutto nel centro-destra, fino all'ultimo momento, vedi il caso Cosentino in Campania. Il solito ritornello, che diverrà sempre più insistente col passare dei giorni, secondo cui tutti pensano di poter vincere le elezioni, poggia sul marchingegno del porcellum, di non facile comprensione. Anche per questo è bene chiarirlo, in modo da votare con maggiore consapevolezza.

 

Il porcellum ha effetti diversi alla Camera dei Deputati rispetto al Senato. I voti espressi per la Camera a livello nazionale assegnano alla lista o coalizione più votata il 55% dei seggi, ossia 340 deputati, mentre tutte le altre liste, che superano il almeno il 4% dei votanti, si dividono proporzionalmente i rimanenti 320 deputati. Tale meccanismo, quindi, assicura la governabilità alla Camera. Più complesso il meccanismo elettorale per il Senato: ogni Regione si muove autonomamente e indipendentemente dalle altre. Questa la caratteristica più significativa: per ottenere seggi, la lista o la coalizione deve raggiungere l'8% dei voti, una percentuale alta, per cui soltanto tre liste o coalizioni, ragionevolmente, potranno ottenere seggi in tutte le regioni. Si tratta del PD-Sel, PDL e Lista Civica di Monti.

 

Secondo i sondaggi, M5S supererà lo sbarramento dell'8% in diverse regioni, mentre Lega e Rivoluzione Civile potrebbero eleggere senatori solo in qualche regione. In ogni regione, la lista o coalizione più votata ottiene il 55% dei seggi attribuiti. Questo meccanismo complesso, tenuto conto che i partiti hanno consenso sul territorio nazionale a macchia di leopardo, per la difficoltà di superare il cosiddetto quorum, non permette di capire oggi se ci sarà la maggioranza omogenea di una sola coalizione oppure se sarà necessario un accordo tra due o più coalizioni per garantire la governabilità al Senato.

 

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