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29 marzo 2024

Treviso

Lavoro, nella Marca rallenta la crescita e diminuiscono le assunzioni

Il saldo del terzo trimestre è positivo ma inferiore del 42% rispetto all’anno precedente

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Lavoro, nella Marca rallenta la crescita e diminuiscono le assunzioni

TREVISO - Da luglio a settembre 2018 l’occupazione in provincia di Treviso è cresciuta meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: il saldo del terzo trimestre è positivo (2.130) ma inferiore del 42% rispetto all’anno precedente (3.660). Segnali preoccupanti arrivano dall’indebolimento dell’occupazione in settori strategici come il metalmeccanico, il comparto del tessile, abbigliamento e calzaturiero e i servizi turistici.

E' in sintesi il bilancio aggiornato al terzo trimestre del mercato del lavoro nel trevigiano realizzato dall’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso e presentato dal segretario generale Cinzia Bonan e dal segretario Gianni Pasian.

Il lato positivo dell'indagine riguarda le forme contrattuali, con una contrazione dei rapporti a termine a favore delle posizioni a tempo indeterminato. I contratti a tempo determinato nel terzo trimestre 2018 sono la metà rispetto allo stesso periodo del 2017: il saldo è 1.860, contro le 3.630 posizioni del 2017. In netta crescita invece il saldo delle posizioni da dipendente a tempo indeterminato, passato da 200 del 2017 a 1.340 del 2018, conseguenza delle trasformazioni dal tempo determinato.

Crescono leggermente gli apprendisti, 195 nel 2018 (erano 260 nel 2017). Crollano il lavoro in somministrazione con un saldo nettamente negativo in confronto al 2017 (-1.265 contro -430 del 2017) e il lavoro a chiamata (-35 contro i 225 del 2017). In diminuzione il contratto domestico (-140 nel 2018 e -160 nel 2017), in aumento il suo turnover (sia le assunzioni che le cessazioni sono incrementate di poco meno del 10%) e stabile il lavoro parasubordinato, con un saldo pari a 30 unità (era +90 nel 2017).

La variazione del terzo trimestre ha interessato principalmente gli uomini, con un saldo positivo che però crolla in termini numerici, passando da 1.410 del 2017 a 325 del 2018, e i lavoratori tra i 30 e i 54 anni, il cui saldo al terzo trimestre è passato da 2.560 del 2017 a 1.740 del 2018. Negativo, in particolare, l’apporto dei lavoratori con più di 54 anni: -980, nello stesso periodo del 2017 erano -525. Il saldo degli under 30 è positivo (1.370) ma inferiore rispetto al terzo trimestre dello scorso anno (1.625). Per quanto riguarda ai settori solo l’agricoltura ha un saldo positivo con 630 unità e l’istruzione con 2.795 posizioni nette. Negativo il contributo dell’industria (-755) e dei servizi al netto dell’istruzione (-515). Scendendo in dettaglio degli ultimi due comparti, flessioni marcate sono registrate dal comparto del tessile-abbigliamento-calzaturiero (-305 e -250 un anno prima) e, soprattutto, dal metalmeccanico (-250 contro +600 del 2017).

“L’inversione di tendenza di cui c’era stata un’avvisaglia nel mese di giugno è stata confermata dai dati che registrano l’andamento dell’occupazione nel terzo trimestre dell’anno - spiega il segretario generale Cinzia Bonan -: il clima di incertezza normativa che ha caratterizzato i mesi estivi riguardo all’applicazione del Decreto Dignità, lo scontro con l’Unione Europea sulla Legge di bilancio, il clima di instabilità politica ed economica che si sta registrando a livello internazionale e la frenata dell’export stanno avendo immediate e preoccupanti ricadute sull’occupazione. Le aziende sono prudenti sia sul fronte degli investimenti che su quello delle assunzioni e dai segnali che abbiamo temiamo che la situazione possa peggiorare nel quarto trimestre e nel 2019. Al governo e alla politica chiediamo urgentemente una strategia occupazionale a medio-lungo termine; servono investimenti e riforme strutturali che assicurino una crescita stabile”.

 


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