TREVISO - Questa mattina in Città si sono svolti due appuntamenti istituzionali, con la partecipazione di molte persone, con l' apprezzata e riconosciuta regia del Prefetto Laura Lega.

La prima iniziativa si è svolta in centro con lo scoprimento di una lapide, in onore di quattro agenti della polizia di Stato, medaglia di bronzo al valor civile, deceduti il 25 gennaio 1997: Massimo Paccagnan, Fanio Soligo, Andrea Murer e Luca Scapinello.

A loro l'Amministrazione Comunale, come ha detto il sindaco Giovanni Manildo, ha dedicato uno spazio, accanto alla Loggia dei Cavalieri, denominato adesso LARGO.

 

 

Il questore Maurizio Dalle Mura ha voluto rievocare i quattro agenti, il loro sacrificio davanti ai loro parenti presenti, in un'atmosfera di grande commozione.

Anche il vescovo di Treviso,Gianfranco Agostino Gardiin è intervenuto con una preghiera pubblica in loro ricordo.

Alla manifestazione ha partecipato il capo della polizia, Franco Gabrielli, che ha commentato in questi termini l'evento.

"Credo moltissimo al valore della memoria, perché è una piccola restituzione che noi diamo soprattutto ai familiari: si ha cura dei morti, avendo cura dei vivi!

È una iniziativa per coltivare la memoria all'esterno e per coltivarla al nostro interno.

A me piace dire che chi ci ha preceduto, chi ha sacrificato la sua vita non solo ci ha indicato una strada, ma ci suggerisce anche una modalità su come percorrere questa strada.

Questa iniziativa è stata fortissimamente voluta dalla Questura di Treviso, dal questore Dalle Mura, dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato ed è stata così significativamente raccolta dall'Amministrazione Comunale di Treviso, che non finirò mai di ringraziare.

Si fanno le richieste, ma poi sono necessarie delle risposte.

E il fatto che l'Amministrazione Comunale abbia voluto dedicare non una sperduta viuzza di campagna, ma un luogo così centrale nella vita cittadina, in onore di questi quattro agenti, ci riempie d'orgoglio ed è anche l'ulteriore dimostrazione che la nostra ragione d'essere è solo quella di essere al servizio della gente.

E quando le comunità ci riconoscono come cosa propria, noi abbiamo compiuto e realizzato la nostra ragione di esistere.

Tutto il resto è secondario.

Noi siamo al servizio delle comunità e se queste ci riconoscono come tali per noi è l'appagamento più pieno e sentito".

pietro.panzarino@oggitreviso.it