VALDOBBIADENE – Riaprirà presto l’Osteria senz’oste. E’ Cesare De Stefani, l’oste che non c’è, ad annunciare il suo cambio di rotta dopo che un mese fa circa aveva dato doppia mandata alla porta del casolare divenuto un simbolo del territorio, espressione di quella particolare ed unica filosofia dell’ospitalità richiamo di turisti da ogni dove.

«Il concetto di ospitalità non può essere negato a nessuno» ci dice De Stefani dopo che in queste settimane non ha mancato di osservare come numerose persone, arrivate anche da oltre oceano proprio per vedere la sua Osteria senz’oste, al trovarla chiusa rimanevano deluse. Anche nel libro lasciato fuori dalla porta il coro era unanime, come nelle e-mail inviategli: «Riapri!».

E così l’oste che non c’è, nei giorni scorsi ha deciso di riaprire la porta del casolare tra le colline di Santo Stefano ed accendere il fuoco per riscaldare la stanza. Ma niente pane, salame o prosecco nella dispensa sebbene «l’Osteria senz’oste tornerà a breve a vivere». “Tornare a vivere”, non “riaprire”, è l’espressione che usa De Stefani per la sua creatura. «Sono tante le e-mail che ho ricevuto, oltre ai messaggi che mi hanno lasciato nel libro, in cui mi chiedevano di poter accedere all’Osteria senz’oste. Così, nei giorni scorsi, ho deciso di riaprire la porta, tenere acceso il fuoco che riscalda la stanza, ma niente cibo o vino», almeno per ora, afferma De Stefani.

Tante persone in questi mesi si sono schierate a fianco De Stefani alle prese con le sue battaglie contro il fisco. «Eppure in tanti in questi anni mi hanno chiesto come fare per dare vita a un’osteria senz’oste, ma nessuno l’ha voluta emulare. Se fosse oggetto di reddito – chiude – iniziative come la mia si sarebbero moltiplicate in tutta Italia e all’estero, invece oggi quella di Valdobbiadene rimane l’unica».