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19 aprile 2024

Italia

Italia in guerra. Per ora solo ipotesi

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Italia in guerra. Per ora solo ipotesi

In merito a indiscrezioni di stampa su operazioni militari aeree italiane in Iraq, il ministero della Difesa precisa che "sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento".

Una eventuale partecipazione dei caccia italiani ad azioni di bombardamento in Iraq costituisce un tema che "preoccupa il Copasir" e comporterebbe "la necessità di innalzare, ulteriormente, il livello di guardia contro il terrorismo" nel nostro Paese. A fare il punto sullo scenario ipotizzato sulla stampa è il senatore Giacomo Stucchi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che parla di possibile innalzamento del livello di allerta "al fine di prevenire l'interesse di soggetti intenzionati a compiere attentati".

"Ma una valutazione su quello che farà l'Italia la faremo in modo approfondito quando ciò avverrà, se avverrà", aggiunge il presidente del Copasir, spiegando come il tema di un eventuale coinvolgimento in azioni militari da parte del nostro Paese "è stato affrontato con riferimento alla Francia, che già partecipa a raid anti-Is e che per questo è più interessata da eventi di tipo terroristico".

In un'intervista ad Aki-Adnkronos International, l'ambasciatore iracheno a Roma, Saywan Barzani, dice che l'Iraq "non ha ancora ricevuto comunicazioni da Roma" su una sua possibile partecipazione ai raid aerei contro lo Stato islamico (Is), ma l'Italia "c'è già e partecipa fin dall'inizio alla coalizione guidata dagli Usa, con operazioni di sorveglianza dei cieli fondamentali per chi già ora esegue i raid".

"Centinaia di militari italiani sono da tempo a Erbil - continua Barzani, commentando le notizie su un possibile rafforzamento del ruolo italiano in Iraq - per addestrare militari e polizia, l'Italia ha inoltre inviato armi e aiuti". Certo, aggiunge, "tutti quelli che possono contribuire a bombardare l'Is sono i benvenuti".

"Escludo che possa essere stata autorizzata alcuna iniziativa oltre quelle già note e discusse dal Parlamento", ribadisce dal canto suo il senatore Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa di palazzo Madama. "In quanto membro della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico - sottolinea l'esponente Pd - possono esserci certamente rivolte nuove richieste per un ulteriore contributo del nostro Paese alla battaglia contro il terrorismo. Ma queste richieste devono prima essere valutate e poi eventualmente autorizzate previa discussione e approvazione del Parlamento Italiano", conclude Latorre.

Nessuna decisione del governo su eventuali azioni militari dei Tornado contro l'Is può essere presa senza il via libera del Parlamento, sottolinea il presidente della commissione Esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini. "Non esiste che il governo - afferma Casini - assuma una decisione come quella preannunciata senza un via libera del Parlamento. Per questo sono certo, conoscendo la sensibilità istituzionale dei nostri interlocutori, che nulla è modificato rispetto agli impegni già noti".

 



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