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28 marzo 2024

Treviso

"Istiga all'odio razziale", Salvini denunciato a Treviso

La denuncia è stata sottoscritta da quattro persone

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TREVISO - Una denuncia nei confronti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in cui si ipotizza il reato di istigazione all'odio razziale (legge Mancino), aggravata dalla posizione di responsabile di una pubblica funzione, è stata presentata da alcuni cittadini alla Procura della Repubblica di Treviso. Per i firmatari il reato si sarebbe consumato attraverso una serie di affermazioni pubbliche rese dal ministro - tra giugno e luglio - tra le quali citano: "per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare".

 

Nella denuncia si evidenzia che le dichiarazioni del ministro Salvini avrebbero prodotto inoltre il web decine di "commenti xenofobi e razzisti". "Le affermazioni del Ministro, singolarmente e complessivamente considerate - rilevano i firmatari della denuncia -, hanno travalicato scientemente il limite del legittimo esercizio del diritto di manifestazione del pensiero previsto dall'art. 21 della Costituzione, e non sono pertanto tutelate dalla libertà d'espressione".

 

Sono quattro le persone che hanno sottoscritto la denuncia contro il ministro Salvini, per l'ipotesi di istigazione all'odio razziale, presentata a Treviso. Le firme sono quelle di Luigi Galesso, Gabrielle Casagrande, Said Chaibi e Renato Zanivan. Chaibi, ex consigliere comunale della maggiorana che appoggiava l'allora sindaco Giovanni Manildo, è stato anche candidato sindaco (non eletto) alle ultime comunali, per la coalizione civica 'Sinistra per Treviso'; Zanivan ha ricoperto il ruolo di segretario cittadino di Sel.

 

"Non siamo contro la libertà di opinione, ma riteniamo che certe espressioni privino quella degli altri e favoriscano l'odio e un certo rischio sociale", ha dichiarato Luigi Calesso. "Il nostro - rileva - è un gesto che non vuole influenzare la magistratura, che sa certamente fare il proprio mestiere, ma sensibilizzare l'opinione pubblica e far capire che in Italia non tutti la pensano come Salvini". Secondo Calesso, l'aggravante delle affermazioni di Salvini rispetto ai migranti sta nel fatto "che il ministro rappresenta una istituzione dello Stato. L'Italia ha firmato la Convenzione europea sui diritti dell'uomo, che indica come la libertà di espressione sia sì libera ma debba essere rispettosa degli altri".

 

 


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