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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

Inverno mite e piovoso? "Estate calda e torrida"

Ci parla di clima Sandro Carniel, oceanografo (che soffre il mal di mare)

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

VITTORIO VENETO - Sandro Carniel (in foto) è un ricercatore che fa il ricercatore. E già questa, visti i tempi (e i fondi) italiani è una notizia. Sandro è vittoriese, ha 43 anni, è spostato con Monica, e è papà di Cosimo, Giacomo e Emma. Ma noi lo abbiamo intervistato perché è un oceanografo. E dall'alto delle sue conoscenze, frutto di approfondite e specifiche ricerche, ci ha incuriositi: "Tutta questa pioggia avrà conseguenze sul clima già a partire dai prossimi mesi". Sandro Carniel, di acqua, ne sa. E' infatti Primo Ricercatore presso l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Venezia. E è stato responsabile scientifico dell'ultima campagna condotta coi sottomarini nell'Adriatico. E tutto ciò, nonostante soffra il mal di mare.

 

Ma un oceanografo, che fa? "Combino complessi modelli matematici risolti tramite super-calcolatori, con misure acquisite attraverso metodiche innovative - spiega il ricercatore - In Italia i fondi e le strutture per fare ricerca marina non sono molti rispetto ad altre superpotenze del settore; l’unica possibilità che ci rimane è di essere all’avanguardia con le idee e tracciare la strada che altri poi seguiranno".

Il ricercatore, nel 2006, grazie a un finanziamento statunitense, studiò per la prima volta i processi del mescolamento turbolento del mare Adriatico. E - detta così - deve essere stata davvero dura per uno che soffre il mal di mare. Ma il malessere non l'ha di certo fermato: durante l'arco della sua carriera, il ritrovamento - nel 2011 - del corpo della contessa Vacca Agusta sparito da Portofino e comparso a Hyeres in Francia, a più di 350 km di distanza, impresa per cui ha condotto la Consulenza Tecnica per la Procura di Chiavari.

 

Carniel fu inoltre Responsabile Scientifico e Capo Missione di una campagna di misure nel sud Adriatico dove per la prima volta vennero effettuate, in aree costiere, indagini di oceanografia sismica sulle acque “dense”. “Sono acque più pesanti di quelle che le circondano - specifica Sandro - e che, formatesi nel nord del bacino, viaggiano in profondità lungo l’Adriatico e sbucano nei pressi dei canyon al largo della Puglia”. Chissenefrega delle acque dense, direte voi. Beh, in realtà la cosa ci dovrebbe importare. Perché questi enormi volumi d'acqua, muovendo ossigeno e nutrienti hanno notevoli influenze sul clima. Anche su quello della terraferma. "Il mare - parola di esperto - interviene in modo determinante negli scambi di calore e umidità con l’atmosfera". "Di solito queste acque pesanti si formano proprio ad inizio dell’anno, nei mesi più freddi. - chiarisce Carniel - Di solito, perché quest’anno, invece, un inverno mite e molto, molto piovoso ha contrastato questo processo; l’acqua dolce portata dai fiumi e le temperature miti rendono infatti l’acqua marina poco densa”. Questa tendenza è stata osservata durante la campagna Carpet appena conclusa nel Nord Adriatico, della quale Sandro è il responsabile scientifico, e che ha utilizzato anche un mezzo sottomarino innovativo: il Remus (foto sotto).

Quindi che dobbiamo aspettarci da questo inverno mite e molto molto piovoso? "La tendenza per la zona Adriatica è quella ad avere estati sempre più calde e meno piovose. Anche il quadro osservato durante la campagna Carpet va in questa direzione, anche se ovviamente questo non significa che sarà necessariamente così, o che a Vittorio avremo una estate 2014 torrida. Sperare di poter predire ora il tempo meteorologico che avremo tra qualche mese è decisamente non possibile, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Possiamo invece parlare di tendenze medie che si manifestano nel giro di anni. Anche perché ci sono poi effetti locali che variano da località a località e che al momento attuale è praticamente impossibile tenere in considerazione. Per le previsioni sull'estate dovremo attendere ancora qualche mese, ma di certo includere quello che abbiamo osservato ora in dettaglio contribuirà a renderle più precise".

 

“Il punto importante che la gente deve iniziare a comprendere è che, rispetto a quelle atmosferiche, le dinamiche marine sono molto più lente ma estremamente importanti - sottoliea Carniel - ci mettono anni ad essere alterate, ma poi hanno effetti molto persistenti, ed influenzano direttamente anche il clima della terraferma”. Insomma, gli studi oceanografici servono (anche) per rispondere alla domanda che oggi giorno ci poniamo: "Che tempo fa?".

 


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Stefania De Bastiani

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