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13 dicembre 2024

Treviso

Imago Mundi o del messaggio ultimo e accattivante di Luciano Benetton

La sua Collection a Casa dei Carraresi fino al 3 agosto

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Imago Mundi o del messaggio ultimo e accattivante di Luciano Benetton

TREVISO - La vita come viaggio, alla scoperta dell'ignoto e del nuovo, è l'ultima frontiera di Luciano Benetton, sulla scia di Charles Baudelaire.

Un viaggio in mare, levando l'ancora, come l'Ulisse dantesco nell'Inferno, proteso verso "virtù e canoscenza".

Il viaggio inteso come conoscenza verso la bellezza della realtà nel creato, saputo cogliere dagli artisti.

Questo il senso del cappello introduttivo di Luciano Benetton, il Presidente, per presentare alla comunità la sua "Collection", durante l'apertura di Imago Mundi, avvenuta mercoledì 9 luglio, a Casa dei Carraresi a Treviso, ma destinata a trasferirsi a Roma presso il Museo Carlo Billotti di Villa Borghese, a partire dal 19 novembre.

Anche questa volta il Presidente continua a stupire, al di fuori della classica immagine e figura del capitano coraggioso in economia.

L'anteprima, per certi aspetti, l'aveva anticipata alla Biennale 2013, a Venezia.

Questa volta, confermata la qualità dell'esposizione veneziana, si può cogliere e ammirare, con maggiore intensità, la specificità dell'evento, un unicum, quasi un filo di Arianna, che unisce i circa 2000 dipinti, quasi delle miniature, di 10 x 12 centimetri, provenienti da 10 Paesi, Afghanistan, Azerbaijan, Cina, Cuba, Giappone, India, Islanda, Mongolia (collezione doppia), Romania e Sudafrica.

Insomma, si tratta di Paesi che, nel tempo, ma anche oggi, sono stati nelle nostre prime pagine per alcune peculiarità dei propri territori, rispetto al mondo intero.

E Luciano Benetton prefigura le reazioni e le valutazioni di ciascuno, quando s'avventura nella esposizione. Imago Mundi, già nel titolo, prefigura l'idea, il concetto di specchio, in cui il visitatore scopre il proprio sé, la propria identità, il suo io. In fondo è un'occasione, una preziosa occasione per un giro del mondo in un paio d'ore, rimanendo a casa.

Questa esperienza vale per aprirsi al proprio mondo interiore, per azzardarsi a riflettere sul mondo che ci circonda, quasi come l' ermo colle leopardiano, che lascia intravedere "le idee di infinito e pura materia".

Il percorso, attraverso i molteplici tasselli, fa cogliere "l'unità nella diversità", secondo l'espressione citata del tedesco Joseph Beuys.

Luciano Benetton si è inventato questa sua nuova dimensione, per lanciare un salvagente, il suo "obiettivo ambizioso e visionario", che riecheggia un altro famoso slogan, invitando "gli artisti del mondo", che sono, in definitiva, i rappresentanti delle culture dell'umanità, a unirsi, "superando confini geografici, politici, etnici, psicologici".

Ecco il lascito finale di Luciano Benetton: saltare dalla "dimensione economica e sociale del pianeta", nota e, quindi, rassicurante, per puntare e ritrovarsi verso, sul e nel nuovo, quell' "ignoto" a cui tendere, ricco di emozioni, che nascono e derivano dalla nuova scoperta.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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Pietro Panzarino - Vicedirettore

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