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19 aprile 2024

Treviso

Illeciti ambientali, la Marca al primo posto in Veneto

I dati del dossier Ecomafia 2019, in provincia di Treviso un quarto delle infrazioni accertate

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forum legambiente

TREVISO - Si è conclusa ieri a Treviso la quarta edizione dell'EcoForum Veneto di Legambiente che si è spostata tra i vari capoluoghi veneti per raccontare l'economia circolare nella nostra regione e lo sviluppo di dialogo per una corretta gestione dei rifiuti e di lotta alle ecomafie.

Ieri la conferenza di Treviso verteva sul tema della legalità e del contrasto degli illeciti ambientali. Secondo i dati riportati del dossier Ecomafia 2019 di Legambiente, solo nella nostra regione sono 240 le infrazioni accertate per traffico illecito di rifiuti, 273 le denunce, 2 gli arresti e 90 i sequestri nel 2018 con il primo posto alla provincia di Treviso con oltre un quarto delle infrazioni accertate. Si tratta di un fenomeno, quello del ciclo illegale di rifiuti, che seppur in leggero calo in Veneto, non accenna a diminuire su tutto il territorio nazionale: dal 2002 ad oggi sono 54 i milioni di tonnellate di rifiuti, in particolare fanghi industriali e rifiuti speciali contenenti materiali metallici; solo nell'ultimo anno e mezzo le inchieste concluse sono state 47, con 310 denunce e 155 arresti, coinvolgendo 66 aziende. Considerando le 31 inchieste dove è disponibile il dato sui quantitativi sequestrati, le forze dell'ordine hanno fermato 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti incanalati nei circuiti illegali.

“Se volessimo dare un'immagine del numero di Tit ipoteticamente necessari per movimentare le decine di tonnellate di rifiuti sequestrate, ne servirebbero 48513: una colonna lunga 660 km, la distanza tra Venezia e Napoli”- ha spiegato Legambiente.

“Gli eco-reati devono interessare anche gli amministratori - dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – dato che l'illegalità si manifesta prevalentemente nelle filiere del riciclo; nel mirino dei trafficanti finisce quindi l'economia circolare, attraverso il loro tentativo di accaparrarsi le frazioni con più alto valore mercato (metalli, plastiche nobili) per immetterle nei flussi illegali, esasperando così le logiche di mercato”.

 


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