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25 aprile 2024

Nord-Est

Greta e Vanessa? "Come andare sulla Marmolada in infradito: si arrangino"

Zaia commenta la vicenda del pagamento del riscatto

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Greta e Vanessa?

VENEZIA - Non si sa se il riscatto sia stato davvero pagato - la notizia continua a essere confermata e smentita - ma non andrebbe proprio giù, al presidente del Veneto Luca Zaia, se fossero stati davvero spesi 12 milioni di dollari per salvare la vita alle due ragazze italiane rapite in Siria, dove erano giunte come volontarie per portare aiuti sanitari alla popolazione civile.

Zaia, commentando la vicenda di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, sostiene che "chi se le cerca paga" e paragona la missione umanitaria delle due ragazze all'avventura di un escursionista "che va sulla Marmolada in infradito". "Se questo si perde, è bene che i costi siano a suo carico. Quindi nei confronti di queste ragazze si faccia una confisca a vita fino a che si raccoglieranno 12 mln di euro, sempre se è vero che è stata pagata questa cifra".

 

Pare che a Zaia piaccia trovare un esempio veneto per spiegare ciò che pensa di ogni vicenda. E dopo aver trovato nell'escursionista in infradito un valido paragone alle due volontarie partite per salvare vite umane, portando farmaci ai malati gravi e attivando corsi di primo soccorso, propone nuove leggi. "In Italia si introduca una norma per cui chi si mette nei guai, si arrangi a tirarsi fuori -  suggerisce Zaia - A leggere le notizie non capisco cosa abbiano fatto e per chi abbiano cooperato le due ragazze liberate in Siria ieri. Per chi va a proprio rischio e pericolo in quei Paesi, è bene che i costi siano a suo carico".

 

Cosa abbiano fatto le ragazze in Siria, non è difficile da scoprire. Greta e Vanessa, laureate rispettivamente in scienze infermieristiche e in mediazione linguistica e culturale, erano partite col il progetto Horryaty, che riuniva varie associazioni di volontariato per attivare un corso base di primo soccorso e rifornire alcune aree di kit di emergenza corredati di tutto il materiale occorrente, oltre che per garantire ai pazienti malati di patologie croniche di accedere alle giuste terapie rispettando i tempi, dosi e qualità dei farmaci. Quando sono state rapite erano al loro secondo viaggio, intrapreso con lo scopo di consegnare il onsegnare il materiale comprato ed effettuare le visite mediche necessarie per avviare il programma terapeutico.

 

"Fermo restando che tutte le attività per le organizzazioni non governative di volontariato e anche le attività lavorative sono degne di rispetto - ci tiene a precisare comunque Zaia - è bene però che a questo punto il governo legiferi e dia una patente a chi va in giro per il mondo, soprattutto nelle aree a rischio, come le cooperanti". "Dobbiamo fare in modo che il fai da te, come accade spesso, non diventi un momento di apprensione, di spesa o peggio ancora di rischio della vita umana per queste persone. Legiferando in questa direzione avremmo una sorta di patente, di autorizzazione, che permetterà di andare a recuperare senza se e senza ma i malcapitati", ha concluso il governatore veneto.

 

Insomma, per chi va "in giro per i mondo" e "si mette nei guai da solo" ci vorrebbe - a detta del presidente - una legge ad hoc e pure una patente. Quantomeno per far risparmiare un po' di soldi allo stato.

Che i 12 milioni siano stati veramente pagati, per ora, non è dato saperlo. "Noi siamo contrari al pagamento di riscatti" ha tuonato oggi il ministro degli esteri Paolo Gentiloni che, questa mattina alle 4, ha accolto all'aeroporto di Roma Vanessa e Greta. Tornate in Italia sane e salve.

 



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Stefania De Bastiani

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