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19 aprile 2024

Treviso

Grave lesione cerebrale su neonato, famiglia trevigiana costretta a pignorare un ospedale romano

I familiari dovranno essere risarciti per l'errore medico con tre milioni di euro

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Grave lesione cerebrale su neonato, famiglia trevigiana costretta a pignorare un ospedale romano

TREVISO - Pignoramento in atto all'ospedale San Pietro-Fatebenefratelli di Roma da parte di una famiglia residente in provincia di Treviso vittima di un gravissimo caso di malasanità. L'azione, che ha comportato il blocco di 5 conti correnti, per importi superiori al mezzo milione di euro, in relazione alla vicenda di una grave lesione cerebrale su un neonato per cui l'ospedale capitolino è stato condannato dal Tribunale di Roma a versare in totale un risarcimento record da tre milioni di euro.

"Nonostante l'impegno a prendere in mano la questione l'ospedale ad oggi ha deciso di non pagare e quindi abbiamo provveduto ad un primo congelamento di conti correnti per circa mezzo milione di euro" spiega Roberto Simioni (nella foto a lato), presidente di Obiettivo Risarcimento, società di tutoring specializzata in casi di malasanità.

La sentenza di primo grado che condanna al pagamento è di fine 2016 mentre l'avvio delle procedure per il pignoramento risale a poche settimane fa. Ma quel bimbo, oggi ormai divenuto un ragazzo 15enne, vive nel dramma della disabilità dal 2002: tutto semplicemente per una mancata trasfusione neonatale.

"La dichiarata vicinanza, da parte dell'ospedale alla famiglia colpita dal tragico evento, ad oggi, non è stata dimostrata nei fatti – dice Simioni – inoltre, una buona gestione patrimoniale aziendale, suggerirebbe di evitare di subire istanze di precetto e di pignoramento, se non altro, per scongiurare ulteriori ed inutili costi aggiuntivi".

“Davvero - chiude il presidente Simioni - non si capisce come mai un Ente sanitario come il San Pietro, peraltro religioso, si ostini a non versare quanto riconosciuto e deciso con sentenza alla famiglia che, come risaputo, vive in uno stato di completa indigenza e che per sempre subirà l’effetto drammatico di quell’errore medico". La famiglia nel 2002, epoca dei fatti, viveva a Roma, poi, complice la crisi il nucleo si è spostato a Treviso.

 


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