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19 aprile 2024

Politica

Grandi opere, maggioranza divisa

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Grandi opere, maggioranza divisa

"Sulla Tav si va avanti e non si torna indietro". Il Tap? "Ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani". L'imperativo categorico arriva da Matteo Salvini. Per il ministro dell'Interno e vicepremier, quindi, nessun dietrofront del governo sulle grandi opere ma "fior di tecnici e di docenti" in campo per valutare costi e benefici di pedemontane, terzo valico e Tap. La netta posizione del ministro divide però la maggioranza, con i colleghi ministri cinquestelle Di Maio e Lezzi che ieri hanno frenato il leghista appellandosi ai valori del Movimento e ribadendo un fermo 'no' alle opere.

A far scattare la scintilla pentastellata, un video in diretta Facebook da Puerto Escondido di Alessandro Di Battista, con l'ex parlamentare impegnato a bacchettare il M5S, 'reo' di aver forse allentato la presa sulle grandi opere, dimenticando come Tap e Tav siano "inutili" e ricordando i "no sani che abbiamo detto" perché - fa notare - anche su quei no "ci abbiamo preso i voti". Una lezione arrivata dritta al cuore del leader politico Luigi Di Maio, che ne ha condiviso modi e contenuti per poi ribadire come la Tav sia comunque "nel contratto di governo".

A rilanciare il video di Di Battista è quindi la ministra per il Sud Lezzi, che si appella direttamente a Salvini ribadendo la necessità di costruire infrastrutture ancor prima di grandi opere: "Caro Matteo Salvini - scrive Lezzi su Facebook -, in Italia servono le infrastrutture e in particolar modo ne hanno estremo bisogno il Sud e le aree interne del Centronord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al Sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi".

E' divisione, insomma. E a nulla servono le parole del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, che dalle pagine del Corsera tenta di mettere un punto almeno sulla Tav: "Stiamo avviando tutte la valutazioni relative al progetto, sarà un lavoro con vari stati di avanzamento ma contiamo di chiudere entro la fine dell'anno". Ma se "proprio Salvini conferma che serve un'analisi costi-benefici di quest'opera", al di là della posizione personale del vicepremier, "la domanda a cui dare risposta - spiega il titolare del Mit - resta se la Tav è un'opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poiché diminuiscono anziché aumentare. Serve, quindi, un'analisi attualizzata per una valutazione più approfondita".

 



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