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24 aprile 2024

Treviso

"La giunta allontana i profughi dall'Appiani, poi paga chi li accoglie"

Calesso: "Cà Sugana si contraddice"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

TREVISO - “La giunta di giorno provvede all’allontanamento dei profughi dall’Appiani e “di notte” finanzia la loro sistemazione in una struttura”. A sottolineare l’incongruenza dell’amministrazione è Luigi Calesso di Coalizione Civica, che ripercorre le decisioni di Cà Sugana da quando ha deciso “di installare sbarre e cancelli per impedire l’accesso all’interno della Cittadella delle Istituzioni, ex-Appiani perchè non torni ad essere utilizzato come dormitorio”, all’estensione del “Daspo urbano alla stessa area proprio per evitare che rinasca il “dormitorio” nei garage dell’Appiani, fino al finanziamento di 40 mila euro all’associazione Club Marocain 99, che si è presa carico proprio di quei profughi, per offrire un servizio di accoglienza per quei richiedenti asilo che, in uscita dalle strutture di accoglienza, si trovano senza un luogo ove trovare rifugio. Proprio come succede a quelle persone che in questi mesi si rifugiano all’Appiani”, sottolinea Calesso.

“Quindi, la Giunta - continua - con annunci roboanti e squilli di fanfare, provvede all’allontanamento dei profughi dall’Appiani e poi, senza renderlo noto, finanzia la loro sistemazione in una struttura almeno notturna, con tutti i limiti di questa operazione visto che queste persone non hanno un luogo caldo dove trascorrere le giornate né dei pasti regolari. Infatti, se ne deve prendere cura il laboratorio Talking Hands all’ex-caserma Piave, grazie all’intervento dei volontari ed alla generosità dei trevigiani. Sia ben chiaro, lo stanziamento è un atto di umanità che può solo essere condiviso, avallato, approvato: togliere delle persone dal gelo delle notti invernali all’addiaccio merita sicuramente l’intervento dell’amministrazione cittadina e l’utilizzo di fondi comunali”.

“Quello che non si capisce - continua Calesso - è perché questa scelta non abbia avuto da parte della Giunta un centesimo della “pubblicità” delle decisioni relative allo “sgombero” del dormitorio all’ex-Appiani o all’introduzione del Daspo urbano: il gesto di umanità è stato nascosto mentre sono state enfatizzate le decisioni di (presunto) decoro ed ordine pubblico. Ed è questo il cortocircuito che preoccupa: l’evidente cedimento all’ondata populista e destrorsa contro i profughi, il tentativo – evidentemente elettorale – di “lisciare il pelo” a chi considera “il” problema della città la presenza dei profughi”.

 


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