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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

Il Giubileo nella storia e nella vita dei credenti

intervista al Vescovo Corrado Pizziolo

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Il Giubileo nella storia e nella vita dei credenti

VITTORIO VENETO - In occasione del Natale , (auguri a tutti i lettori), abbiamo intervistato il Vescovo di Vittorio Veneto sul Giubileo, indetto da Papa Francesco e avviato nlla nostra diocesi da Mons. Corrado Pizziolo, con l'apertura delle porte della Cattedrale, della Basilica di Motta e di Follina.

 

1. Quali sono gli effetti che possono derivare dal Giubileo per i cristiani?

Il Giubileo ha una storia molto antica. Risale alla legislazione dell’antico Israele la quale prevedeva, in una società prevalentemente agricola, che ogni 50 anni la terra tornasse alle famiglie a cui era stata originariamente assegnata. Era una specie di “ripristino” dell’assegnazione della terra, dal momento che (come ripetutamente è scritto nel Pentateuco) la terra è e rimane di Dio. Nel 1300, quando è stato istituito il Giubileo cristiano, la chiesa ha voluto sottolineare ancora una volta l'idea di un “ripristino” e cioè del ritrovamento di una relazione originaria e buona, ma non più con la terra, bensì soprattutto con Dio e con gli altri. Si avvertiva in maniera molto forte la necessità di recuperare e restaurare tutto ciò che era stato turbato nei rapporti con Dio e con la società. Coloro che mettevano in atto delle precise pratiche, come la confessione e la comunione, la visita alle Basiliche di Roma, la richiesta di perdono, la preghiera secondo le intenzioni del Papa e rigettavano tutto quello che di negativo avessero commesso, ottenevano una purificazione dalle tracce e dai residui di male che il peccato aveva, per così dire, depositato nella loro vita. In altre parole, il peccato vero e proprio veniva cancellato con la confessione, ma l'indulgenza del Giubileo rimetteva i residui, le pendenze del peccato, dal momento che il peccato lascia sempre delle conseguenze negative sulla vita delle singole persone e anche della società. Tanto per esemplificare, pensiamo alla calunnia. Essa può certamente essere perdonata nel sacramento della confessione, ma, ciononostante, essa continua a provocare danni. O pensiamo ad una persona che abbia scandalizzato dei bambini o dei ragazzi. Anch’essa può ricevere il perdono, ma le conseguenze dello scandalo continuano a provocare danni. Come sarà possibile riparare queste incrostazioni di male che sono comunque frutto del peccato? La comunità cristiana, un po’ alla volta, maturò la convinzione che la misericordia di Dio si serve dei meriti della Chiesa, cioè dei meriti di Gesù, di Maria e di tutti i santi per aiutare i peccatori pentiti a ritrovare e realizzare un vero rinnovamento, e cioè quella relazione buona con Dio e con gli altri nei confronti dei quali si è venuti meno in vari modi a causa del peccato. È questa l'intuizione dell’indulgenza che si ottiene durante il Giubileo. Proprio su questo aspetto scriverò sul giornale Diocesano di Natale una riflessione che toccherà in particolare il senso e la realtà dell'indulgenza. Riepilogando c'è l'idea di un necessario rinnovamento della relazione con Dio, con gli altri e con se stesso. Il che avviene attraverso le pratiche tradizionali del Giubileo che indicano concretamente questa volontà di conversione: la confessione, la comunione, la visita ad alcune chiese, la preghiera per il Papa e le opere buone.

 

2. Dopo l'apertura della porta santa della Cattedrale, sono seguiti i medesimi riti anche a Motta e a Follina, perché?

La Cattedrale è - in ogni Diocesi - il luogo principale per entrare in sintonia con il Giubileo e viverlo. Qui nella nostra Diocesi abbiamo scelto di aprire delle porte della misericordia anche nella basilica di Motta e in quella di Follina. Essendo luoghi molto frequentati dai pellegrini, ci è sembrato opportuno favorire che l'esperienza del Giubileo possa essere vissuta su tutto il territorio, nella logica di estendere il più possibile i benefici di questa iniziativa di rinnovamento spirituale.

 

3. Ci sono altre iniziative della diocesi riconducibili al Giubileo?

Anzitutto è programmato un pellegrinaggio diocesano a Roma subito dopo Natale. Inoltre, nelle domeniche di Quaresima, in quattro luoghi della diocesi sarà organizzato un breve pellegrinaggio in una chiesa, scelta per l'occasione, allo scopo di favorire l'esperienza del Giubileo. Alle tre chiese già indicate, si aggiungerà, come quarta, la parrocchiale di Santa Lucia di Piave che ha, da qualche anno, il titolo di Santuario. In verità le iniziative più vivaci sono programmate a Motta di Livenza nel santuario della Madonna dei miracoli. E’ un santuario molto frequentato, con la presenza di una numerosa e qualificata comunità di francescani. Qui sono stati programmati una serie di eventi lungo tutto l'anno.

 

4. La lettera pastorale "Tu sei un Dio misericordioso": quali sono le sue attese in veste di Pastore?

La lettera pastorale è stata redatta a settembre, per sensibilizzare la nostra diocesi sull'anno giubilare della misericordia. Nella lettera di quest’anno mi ispiro - come figura biblica – alla vicenda, molto bella e simpatica, del profeta Giona, mandato ad annunciare la distruzione della città di Ninive. Giona si ribella alle indicazioni del Signore perché ha intuito che Dio, pur promettendo il castigo, in realtà desidera perdonare. Di fatto le cose andranno proprio così: dopo varie traversie, Giona accetta di andare a proclamare la distruzione di Ninive. Sorprendentemente gli abitanti della città prendono sul serio l'annuncio del profeta e si convertono e Dio (il quale non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva) rinuncia alla distruzione della grande città. Giona, di conseguenza si lamenta con Dio, dicendo: "Lo sapevo che sarebbe andata a finire così! Di te non ci si può fidare, perché tu sei un Dio misericordioso!". In questa lettera metto in evidenza il significato e gli orientamenti della misericordia di Dio come appare dal libro di Giona e mi soffermo sulle indicazioni per l'anno pastorale in corso.

 

5. Durante l'omelia ha ricordato l'impegno a farsi carico delle cosiddette opere di misericordia, che un tempo si imparavano a memoria. Ce le presenti...

Sono sette le opere di misericordia corporale (dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti) e sette anche le opere di misericordia spirituale (consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i morti). Soprattutto le prime riecheggiano le indicazioni della Bibbia, in modo particolare il capitolo 25 di Matteo, in cui è rappresentato il giudizio finale, dove Gesù giudica gli uomini a partire dalle opere di misericordia: "avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete mi avete dato da bere... , ero in carcere .., ero forestiero e mi avete ospitato… una situazione che oggi si attualizza con l'arrivo dei profughi. Secondo quanto Gesù afferma in questo importante passo evangelico, fare o non fare queste opere di misericordia, non è indifferente, ma significa e comporta salvezza o condanna: gli uni andranno nella gloria, gli altri nella perdizione. La Chiesa di conseguenza ha individuato queste opere come segno concreto della presenza o dell’assenza della fede e della carità e quindi come via di riuscita o di fallimento della propria vita.

 

6. E' auspicabile che, cambiati i tempi, l'elenco possa essere aggiornato? Papa Francesco in uno degli ultimo interventi ha parlato della necessità di pagare le tasse... dopo la Lombardia, il Veneto occupa un posto di rilievo tra le regioni italiane, che ha fatto ritornare le risorse nel Paese...

Io direi di no, facendo mio il detto "Non si deve dare per carità ciò che si deve dare per giustizia". Le opere di misericordia sono opere di carità, pagare le tasse è un'opera di giustizia. Il pagamento delle tasse lo farei rientrare nell'esigenza di giustizia che ogni cittadino ha nei confronti della legge, ossia quello di contribuire al bene comune secondo le sue disponibilità. Se rientrasse nelle opere di carità vorrebbe quasi dire che non è strettamente obbligatorio per tutti, invece pagare le tasse è un obbligo, che tocca credenti e non credenti!

 

7. Il Giubileo per i cosiddetti laici e non credenti può significare qualcosa?

Non ho molte esperienze a riguardo. Posso solo immaginarlo. Per chi non condivide la pratica cristiana o perché si è allontanato dalla vita della Chiesa o perché non è neanche cristiano, il Giubileo può – a mio avviso - indicare due strade ed esperienze. Prima di tutto il Giubileo indica la necessità e il bisogno di essere perdonati, di trovare qualcuno che renda possibile una vera pace interiore. Sono convinto che nessuno può darsi da sè stesso il perdono. Al massimo cercherà di autogiustificarsi, magari trovando intorno a sé, comportamenti peggiori dei suoi e dicendo: “Cosa vuoi che sia quello che faccio io! C’è ben altro!!!”. Ma in fondo si tratta di un’autogiustificazione molto fragile. Oppure cercherà di non pensare a quello che ha fatto, aiutandosi con qualcosa. In fondo, tante volte i psicofarmaci o tutte quelle forme di intontimento da alcool o da droga o da altro che vediamo, sono la spia del senso profondo di colpa, che indica che qualcosa non va e che non trova la via di un vero perdono. Oggi si è perso il senso del peccato, ma c'è tantissimo senso di colpa e siccome il senso di colpa viene interpretato come un segno di immaturità, si va dallo psichiatra o ci si rifugia negli psicofarmaci. In realtà ciò di cui molto spesso si ha bisogno è una riconciliazione e un perdono che possono soltanto essere donati da qualcun Altro. Solo qualcuno più grande di te e degli altri può perdonare. Alla fin fine è proprio questo bisogno di perdono che ci si porta dentro. E il Giubileo, parlandoci del perdono di Dio, indica una direzione per tutti. Inoltre (ed è questo il secondo grande messaggio che può ricevere anche il non credente) il Giubileo comporta non solo la misericordia ricevuta, ossia la presenza di un Altro che si rivela misericordioso con te, ma spinge a diventare misericordiosi. Le opere di misericordia corporali valgono per tutti, non occorre essere cristiani, tant'è vero che in Matteo 25, già menzionato, risultano "promossi", persone che sembrano non conoscere il Signore: "Ma quando noi ti abbiamo dato da mangiare, o da bere, o ti abbiamo accolto o siamo venuti a trovarti da malato?” Non conoscevano il Signore, ma hanno saputo aiutare i fratelli bisognosi. E si sono sentiti dire: “Venite, benedetti dal Padre mio!!!”. Il Giubileo indica o risveglia nel cuore di tutti – anche dei non praticanti o dei lontani – la necessità di prendersi cura di tutti coloro che versano situazioni di sofferenza e di bisogno. È la condizione umana stessa che lo esige. Il Giubileo ce ne rende maggiormente coscienti.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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