Giovani, donne, bambini e cadaveri. Zaia: "E' un'invasione"
113 migranti in arrivo in Veneto. Treviso ne accoglie 26
TREVISO - Uomini, donne, bambini, neonati. Cadaveri. Continuano, e crescono, gli sbarchi sulle coste della Sicilia. Barconi colmi di gente, stremata dalla fame e dalla paura, giungono ogni giorno nel nostro paese.
Questa notte, a Catania, ne sono arrivati 194, tra cui due bambini e 18 donne. E sulla nave c'erano anche i corpi di cinque uomini, senza vita. Oggi, sono in arrivo a Palermo 483 profughi, soccorsi ieri dal pattuglione Borsini della Marina Militare. Mentre sono 369 quelli giunti a Pozzallo, nel ragusano, a bordo della Phoenix, la nave gestita da Medici senza frontiere e l'organizzazione privata Moas. Ieri, nel porto di Pozzallo, erano arrivati 870 migranti, tra cui 203 donne, 50 bambine, una neonata.
Ovviamente la Sicilia non può accogliere tutti i migranti e, nonostante la disponibilità, le strutture siciliane pare stiano scoppiando. In Veneto, invece, i profughi sono ancora pochi rispetto a quanto concordato e, in queste ore, ne sono arrivati altri 113. La prefettura di Venezia ha reso noto come queste persone verranno accolte nelle sette province regionali: a Treviso saranno 26, a Venezia 23, a Vicenza 20, a Padova e Verona 15 ciascuna, a Belluno 10 e a Rovigo 4.
A seguito della circolare del Ministero dell'Interno del 4 maggio scorso - precisa la nota della Prefettura - che assegna a ciascuna provincia 80 migranti, di questo contingente (e cioè 560 persone per l'intero territorio veneto) i primi 50 arriveranno presumibilmente nella giornata di domani e saranno così ripartiti: a Treviso 12, a Venezia 11, a Padova e Verona 10 ciascuna, a Vicenza 7.
Questa distribuzione non piace però al governatore del Veneto Luca Zaia, che definisce l'arrivo di questi uomini, donne e bambini disperati un' "invasione". Che, in quanto tale, va contrastata.
"Di fronte all'invasione che continua e ai continui diktat con i quali Governo e Prefetture scavalcano senza batter ciglio le Autonomie locali - è il commento di Zaia alla nota della Prefettura - e le sempre più diffuse preoccupazioni della gente, c'è da restare sbigottiti. Il no del Veneto rimane forte e chiaro, e presto lo si sentirà risuonare".
Mentre Zaia fa risuonare il suo no, i profughi continuano ad arrivare. "Tra ospitati, arrivati, passati e scomparsi - rileva il governatore - il Veneto si sta velocemente avvicinando a quota diecimila e a nulla sembrano valere le gravi difficoltà, anche semplicemente logistiche, che vengono sempre più frequentemente e inutilmente segnalate da Comuni, cittadini, organizzazioni del volontariato".
In realtà i numeri dicono tutt'altro: i dati della Prefettura aggiornati ad aprile (e non precisi in quanto molti profughi lasciano le strutture dopo aver riposato alcuni giorni) parlano di 2.287 presenze sul territorio veneto. Più o meno tre persone per comune. Niente.
Ma per Zaia, e per molti sindaci del Carroccio, questa è comunque un'invasione.
Zaia tira fuori la questione "razzismo", per precisare che non si tratta di questo. "Il Veneto e i veneti non sono razzisti - riferisce - perché qui da noi vivono in piena integrazione già più di 500 mila immigrati regolari, ma non sono nemmeno disposti a pagare il conto di un Governo nazionale e di un'Europa che hanno lasciato esplodere un problema prevedibilissimo e ora ne scaricano le conseguenze sui territori e sulla gente, non trovando soluzione migliore che inondare le Agenzie di dichiarazioni e le agende di cosiddetti vertici".
Per Zaia, e per i primi cittadini leghisti o post-leghisti, tra cui Bitonci, a Padova, che ha avviato una raccolta firme contro l'accoglienza e Tosi, a Verona, che propone di trattenere con la forza "l'enorme massa di profughi nei territori africani", queste persone, tre per comune, sono "un'enorme problema". E poco importa se neonati, bambini, donne e ragazzi muoiono uccisi dalle bombe, annientati dalla guerra, logorati dalla fame. Il Veneto, tre persone per Comune, non se le può proprio permettere.
Perché, non è dato saperlo.
Ma, soprattutto, perché i nostri amministratori (ci) trasmettono la paura del mondo invece che l'interesse verso di esso?