Gattino lanciato dall'auto in corsa
Il micio, 2 mesi, è stato scaraventato dal finestrino sull'asfalto
Dumbo
SAN BIAGIO DI CALLALTA – Lanciato dall'auto in corsa. Come una carta di caramella. Come un chewin-gum masticato.
Ma Dumbo, è un gattino. Pelo nero, due mesi, è vivo per miracolo. Giovedì 25 settembre è stato infatti scaraventato con violenza dal finestrino di una Peugeot 206 che si aggirava nel parcheggio del Centro Commerciale Tiziano a San Biagio di Callalta.
Nonostante la brutta avventura, il povero Dumbo è stato fortunato, non solo perché è sopravvissuto all'impatto con l'asfalto, ma, anche e soprattutto, perché ha incontrato una coppia di ragazzi che lo hanno immediatamente soccorso. Mentre la ragazza è scesa immediatamente dall'auto per prendersi cura del micio, il compagno ha rincorso la macchina, prendendone la targa affinché fosse possibile individuare l'autore di questo gesto criminale.
«Il fatto è stato immediatamente segnalato ai Carabinieri, che ringraziamo per l'impegno profuso; siamo tuttora in attesa che vengano condotte le indagini del caso. Qualora questo personaggio, una volta identificato, dovesse essere rinviato a giudizio, ci costituiremo parte civile – rende noto la Sezione Enpa di Treviso, che nel frattempo ha preso in custodia il gattino -. È inammissibile vengano compiuti gesti così agghiaccianti, contrari ai più elementari principi di civiltà».
Purtroppo, nel Trevigiano, il gravissimo atto di violenza subito dal cucciolo non è un fatto isolato ma rientra in un clima di profonda intolleranza contro i felini, più volte denunciato dall'Enpa di Treviso. «Due mesi fa, giusto per ricordare uno dei casi più eclatanti, un pensionato ha ucciso a bastonate un micio la cui unica colpa era quella di girovagare nel giardino dell'uomo – ricorda Adriano De Stefano, presidente della Protezione Animali trevigiana -. Dobbiamo tutti prendere atto che ormai in provincia di Treviso c'è una vera e propria “emergenza-gatti”. Infatti, gli abbandoni di felini crescono a livelli esponenziali, senza che vengano adottate le opportune contromisure, come sterilizzazioni e possesso responsabile, che chiediamo invano da anni. Noi facciamo il possibile per tenere il fenomeno sotto controllo ma le nostre strutture sono ormai al collasso. Naturalmente tutto non può e non deve giustificare in alcun modo gesti barbari e brutali».
In uno scenario così cupo, Dumbo è stato ancora più fortunato perché nel giro di pochi giorni è stato adottato da una famiglia. «Purtroppo – conclude De Stefano – il numero di mici che riusciamo a dare in affidamento non riesce a compensare il numero di quelli abbandonati».