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25 aprile 2024

Treviso

Franco Lorenzon commenta Maria Cristina Piovesana

"Torniamo a parlarci"

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Franco Lorenzon commenta Maria Cristina Piovesana

TREVISO - Anche la Cisl provinciale ha detto la sua con il segretario Franco Lorenzon, in merito all' Assemblea di Unindustria Treviso di sabato, considerata sin dalle prime battute la prima convention del “dopo crisi”, emblematicamente rappresentata dalla categoria “cambiare”, che campeggiava nel titolo.

 

"La declinazione che di tale slogan ne ha fatto Unindustria, proponendosi come intelligente alleata della pubblica amministrazione, ci è sembrato tuttavia la riproposizione ben fatta dei più noti e affermati slogans nostrani, cioè “basta tasse e basta burocrazia!”, con il naturale corollario che la colpa è sempre di qualcun altro, men che meno degli imprenditori. Che – non a caso – hanno riservato un tiepido applauso al presidente dell’Inps Boeri quando ha affermato che qualche ‘prevaricazione’ dell’Inps nei loro confronti è stata (anche) la risposta a comportamenti furbetti e opportunistici di imprese che hanno fatto della truffa all’Ente (e ai propri colleghi) un’attività voluta e programmata".

 Il passaggio successivo di Lorenzon coglie una certa linea di fondo non contraddetta, perché "l’attuale progetto di Unindustria Treviso è nel solco di una tradizione che, lungi dal rappresentare un’effettiva discontinuità con il passato (anche se il passaggio dalla rivendicazione alla collaborazione non va certo sottovalutato), ne rappresenta piuttosto una sua naturale e abile evoluzione".

 

Il segretario cislino sottolinea la modesta "attenzione dedicata al “core business” dell’impegno associativo, e cioè alla necessaria ridefinizione del ruolo e dei compiti di una Associazione di rappresentanza in uno scenario in cui sta venendo meno ogni tipo di mediazione, col plauso di partiti, governo, mass media e opinione pubblica".

In particolare, la pur positiva e condivisa rivendicazione di un ‘nostrano modello contrattuale’, è sembrata un po’ al di sotto della gravità di una situazione che sta mettendo in discussione non solo la rappresentanza dei lavoratori, ma anche quella degli imprenditori.

Lorenzon vorrebbe che "il lavoro non sia un mero fattore della produzione, ma di riconoscerlo e valorizzarlo, nell’interesse del lavoratore stesso e dell’impresa", puntando alla "interlocuzione e alla mediazione sindacale".

 

Ha quindi rivendicato come "la crisi attuale si è realizzata senza conflittualità violente soprattutto grazie all’autorevolezza e responsabilità di quel sindacato... Dobbiamo attendere che esplosioni periodiche e incontrollate di conflittualità diventino la ‘cifra’ dei rapporti sindacali del futuro?"

Ecco la conclusione della sua riflessione: "E' necessario investire di più in “relazioni industriali”, non per riproporre rendite di posizione, ma per modernizzare i rapporti a favore dei lavoratori e delle imprese.”

 

Insomma Lorenzon auspica la ripresa del dialogo, già avviato con Unindustria per raggiungere posizioni condivise, tenute in sottotono, quasi sottovoce nella relazione della Presidente Maria Cristina Piovesana e, soprattutto nel contesto respirato a Lovadina di Spresiano, sabato mattina.

 


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