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19 aprile 2024

Esteri

Francia, esplosione in centrale nucleare: 5 intossicati

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Francia, esplosione in centrale nucleare: 5 intossicati

Un'esplosione si è verificata questa mattina poco prima delle 10 nella centrale nucleare di Flamanville, nel Nord ovest della Francia. La prefettura ha riferito che cinque persone hanno riportato sintomi di lieve intossicazione. L'esplosione si è verificata nella sala macchine ma "fuori dalla zona nucleare", secondo la prefettura che ha escluso "rischi di contaminazione nucleare". Ed è stata scartata anche qualsiasi matrice terroristica. E' stato quindi annunciato che "l'incidente è chiuso".

L'esplosione di oggi nella centrale in Normandia ripropone il tema della sicurezza degli impianti, sul quale però di recente era stato lanciato un allarme. A definire "preoccupante" la situazione delle centrali in Francia era stato, a fine novembre 2016, Pierre-Franck Chevet, presidente dell'Autorità per la sicurezza nucleare francese che, in un'intervista a 'Le Figaro', aveva avvertito sulla 'vecchiaia' del parco reattori, la cui costruzione per la maggior parte risale agli anni '70, e sulla necessità di una costosa e costante manutenzione, con condizioni di sicurezza sempre meno garantite.

Il primo sospetto che aveva fatto partire una serie di controlli senza precedenti nelle centrali riguardava proprio la scoperta, nella primavera del 2015, di un problema (un eccesso di carbonio nell'acciaio della vasca) del reattore di nuova generazione Epr (reattore pressurizzato europeo) in costruzione a Flamanville.

All'epoca, alla domanda se a causa di una ventina di reattori chiusi per misure di sicurezza, la Francia rischiava di passare un inverno difficile, Chevet aveva risposto: "Attualmente sono dodici i reattori fermi o in fase di chiusura, per controllare che l'eccesso di carbonio scoperto nell'acciaio non alteri la capacità di resistenza meccanica dei generatori di vapore". E riferiva di aver appena ricevuto "un fascicolo completo per ciascuno dei reattori, e - pronosticava - ci vorrà circa un mese per valutare i test e dare, o no, l'ok per riavviare gli impianti".

 



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