Castelfranco – L’anno scorso i fasti di una manifestazione che ambiva a diventare un punto di riferimento a livello nazionale tra quelle legate alla gastronomia e ai prodotti tipici. Quest’anno, invece, una Festa del Radicchio in forma dimessa.

Pare che la crisi si rifletta anche sulla festa dedicata alla nobile cicoria. Si passerà dalle tre settimane dell’anno passato in una tensostruttura da 1.200 metri quadrati ai piedi della mura ad una formula decisamente modesta che prevede 200 metri di tendone e soli due giorni di festeggiamenti, il 20 ed il 21 dicembre. Un balzo all’indietro.

Dov’è finito il marchio Rosacastello, l’anno scorso presentato in grande stile a fianco di Rossotreviso, dedicata al “cugino maggiore” del Variegato di Castelfranco, il Radicchio Rosso di Treviso? Nel sito internet www.rosacastello.it tutto è rimasto fermo all’anno scorso. La manifestazione è ritornata in mano alla Pro Loco, quest’anno unica associazione all’opera per l’organizzazione della festa. Dove sono finite le altre?

«L’anno scorso il Comune, il Consorzio del Radicchio, l’associazione commercianti e il Corsorzio Marca Treviso a giugno ci avevano già contattato per chiederci se volevamo prendere parte all’iniziativa – afferma Gaetano Sartoretto, presidente della Pro Loco di Castelfranco -, quest’anno ad ottobre non si era ancora sentito nessuno».

«Siccome il tempo passava inutilmente, ad ottobre abbiamo interpellato il sindaco chiedendo semplicemente dove fossero i partner dell’anno passato – aggiunge Sartoretto -. Dovevamo farla noi da soli? Ci è stato risposto di sì; il Comune ci darà un contributo come nelle edizione precedenti. Quindi abbiamo organizzato quello che ci è stato possibile in poco tempo e con le risorse che avevamo a disposizione».