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20 aprile 2024

Italia

Fatto il Papa, ora tocca al Governo

Palazzo Chigi e Quirinale attendono futuri inquilini

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Fatto il Papa, ora tocca al Governo

ROMA - Negli ultimi giorni, la mancanza di notizie importanti, l'assenza di fatti di rilievo, le posizioni delle forze politiche ancora ferme, espresse qualche giorno dopo il voto, hanno spinto i commentatori politici a immaginare gli scenari futuri. Il primo grande scoglio da risolvere riguarda la elezione del presidente del Senato. L' assenza di accordi, almeno finora, potrebbe comportare uno stallo per queste elezioni sulla cui durata non ci possono essere certezze, in assenza di maggioranza assoluta.

 

Nel passato le votazioni a scrutinio segreto, talvolta, hanno comportato delle sorprese. Infatti le indicazioni dei partiti potrebbero essere disattese, seguendo la propria coscienza, con il vantaggio di non dover rendere conto a nessuno, almeno pubblicamente. Concluse le operazioni di insediamento degli organi istituzionali, ossia la nomina dei capogruppo di ciascuna forza politica e la elezione degli organigrammi per ciascuna delle commissioni, previste dai rispettivi regolamenti, cominceranno le consultazioni del Presidente Napolitano, sicuramente in tempi brevissimi.

 

Dato e non concesso che nessun Governo ottenga la fiducia in ambedue i rami del Parlamento, è fuorviante l'idea che si torni a votare a giugno, per mancanza dei tempi necessari. Essendo impossibilitato il presidente Napolitano a sciogliere il Parlamento, in presenza del cosiddetto semestre bianco, il nuovo Presidente, che dovrebbe insediarsi nella seconda metà di maggio, per motivi tecnici non potrà sciogliere le Camere in tempo utile per un voto a giugno.

 

La nostra Costituzione prevede che il Governo, dopo il giuramento nelle mani del Presidente, è legittimato a governare, anche se deve ricevere la fiducia dalle Camere entro 10 giorni. È capitato ancora, che un Governo, non avendo ricevuto la fiducia dopo il giuramento, sia rimasto in carica per l'ordinaria amministrazione. Toccò al primo Governo Fanfani rimanere in carica solo 23 giorni, dal 18 gennaio 1954 al 10 febbraio, essendogli stata rifiutata la fiducia. Invece il Governo Tambroni, ricevuta la fiducia alla Camera con lo scarto di 3 voti missini, rimase in carica per diverse settimane, prima di rassegnare le dimissioni l' 11 aprile 1960, su sollecitazione del segretario democristiano Aldo Moro e di tre suoi ministri dimissionari. In mancanza di altre maggioranze, ottenne la fiducia al Senato il 29 aprile.

 

La richiesta di ottenere il primo incarico, enunciata subito da Bersani e, successivamente, da M5S, potrebbe avvantaggiare chi ottiene la prima chiamata da Napolitano, in attesa che le acque si chetino. Siamo di fronte al vecchio proverbio un occhio al pesce e un altro alla padella? La saggezza popolare, fuori di metafora, significa che sono due le preoccupazioni: la nomina del Presidente del Consiglio, sempre provvisoria e a tempo, e l'altra più sostanziosa, il Quirinale ossia un settennato.

 


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