Emergenza profughi, "I sindaci non vogliono ospitarli? Dovrebbero dimettersi"
L'assessore al Sociale, Liana Manfio delusa dalle risposte dei primi cittadini, "non li lasceremo per strada"
| Isabella Loschi |
TREVISO – “Un posto per i profughi lo troveremo. Escludo che le persone vengano lasciate per strada”. Questa la risposta dell’assessore al Sociale, Liana Manfio, dopo il secco “no” arrivato da quasi tutti i sindaci della Marca durante il vertice di mercoledì in Prefettura, per l’accoglienza degli immigrati.
“Non sono d'accordo nemmeno io sulla gestione dell'emergenza profughi da parte del governo – dichiara l’assessore-. D'altra parte, il problema esiste e i comuni fanno parte dello Stato. Se arriva una richiesta, non possiamo far finta di niente. Si tratta di persone che arrivano da situazioni drammatiche. Se i sindaci non condividono tutto quello che viene fatto, per coerenza, dovrebbero andarsene e lasciar fare ad altri. Io al loro posto mi dimetterei”.
Intanto, conferma l’assessore Manfio, i profughi arrivati e ospitati fino ad oggi al dormitorio di via Pasubio, a Santa Maria del Sile, hanno lasciato lo spazio libero: “da lunedì 13 ottobre il Comune riattiverà il dormitorio pubblico per i senza fissa dimora”. Alcuni immigrati sono stati trasferiti in altre strutture, altri se ne sono andati spontaneamente. Ma il problema non è risolto: già per il fine settimana altri 19 profughi arriveranno a Treviso: “Per loro grazie alla Caritas sarà trovata una sistemazione altrove, poi ci muoveremo per reperire degli alloggi fissi, magari anche da privati, poi le cooperative sociali sono disposte a seguirne la gestione”.
L’assessore Manfio aggiunge: “Inutile poi gridare all’allarme sicurezza se chi per primo ha la responsabilità, abbandona queste persone se stesse. Se lasciati in strada, abbandonati sono senz’altro più pericolosi che se inserite in cooperative dove hanno la possibilità di essere seguite e di imparate la lingua”.
Sul rifiuto dei sindaci trevigiana è intervenuto oggi anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: "Consiglio al Governo ai suoi rappresentanti sul territorio - di non considerare come ostilità preconcetta la posizione dei sindaci che, con due sole eccezioni, una delle quali condizionata, hanno detto no ad altri arrivi. Sono loro che stanno tutti i giorni a contatto con la gente, loro che conoscono ogni centimetro quadrato dei territori che guidano, loro che stanno al fronte 24ore su 24, loro che si ritrovano a dover sapere al bar del paese (è successo nel veronese) che arrivano dei migranti. Se dicono no, è sicuramente un no ben motivato, che va tenuto nella massima considerazione, invece che minacciarli di lasciare i profughi per le strade". "A tutti comunque - dice il Governatore - chiedo raziocinio e senso civico. La protesta fa parte della democrazia, ma deve rimanere nell'alveo della legalità e del civismo. Valicare questi limiti equivarrebbe a vanificare l'ottenimento degli obiettivi comuni".