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23 aprile 2024

Treviso

Emergenza mercurio nelle falde del trevigiano: 500 i pozzi contaminati

L'inquinamento si amplia di 1,3 metri al giorno, ma un colpevole ancora non c'è

| Enrico Riccardo Orlando |

| Enrico Riccardo Orlando |

Emergenza mercurio nelle falde del trevigiano: 500 i pozzi contaminati

TREVISO - Sono trascorsi sei anni da quando, nel 2010, sono comparse le prime tracce di mercurio in un pozzo nei pressi di Paese: da allora, si è diffuso alle falde acquifere di Quinto, Preganziol, Treviso e Casier, espandendosi inesorabile alla velocità di 1,3 metri al giorno in direzione sud est. Circa 500 i pozzi coinvolti, anni di perizie, analisi e indagini non sono bastate a scovare la fonte della contaminazione, generando dubbi e angoscia tra i cittadini.

Per fare il punto della situazione, il consigliere regionale Andrea Zanoni, Vice presidente della Commissione Ambiente, ha tenuto oggi una conferenza stampa nella sede provinciale del PD di Treviso con i sindaci di Casier e Preganziol e con il prof. Giovanni Umberto Battel, Presidente del Comitato Tutela Acque Potabili.

 

I dati sono allarmanti: “finora è stata colpita un'area di circa nove chilometri e larga due e mezzo, che continua ad allungarsi a una velocità di 500 metri all'anno”, ha dichiarato Zanoni. Nella maggior parte dei siti contaminati, ha precisato, si registrano “valori di mercurio attorno a 5 milligrammi/litro, ben cinque volte superiori ai limiti previsti dalla legge”.

Notevoli i costi sostenuti da privati e amministrazioni pubbliche: “Un pozzo costa dai 10.000 ai 15.000 euro e, in caso di contaminazione, diviene del tutto inservibile. E poi ci sono le spese per l'allacciamento all'acquedotto”, ha precisato Zanoni. Per far fronte all'emergenza, sono stati sborsati dalle casse pubbliche già 2.110.000 euro per una spesa complessiva, tra pubblico e privato, stimata in oltre tre milioni di euro.

 

Che fare? Quali le soluzioni? “Una contaminazione a profondità comprese tra i 200 e i 300 metri è un evento raro: qui si parla addirittura dell'ottava falda. Non c'è letteratura in proposito, vanno coinvolti esperti e università”, ha segnalato il prof. Battel.

Finché non si blocca l'origine del mercurio, ogni speranza è vana. E pensare che per trovare la fonte basterebbero i 300.000 euro di uno studio idrogeologico approfondito: i soldi sembrano non esserci. Lo stesso Zanoni, nel febbraio 2016, aveva già presentato in Consiglio Regionale un emendamento e un collegato al Bilancio per finanziare lo studio, entrambi bocciati.

Paolo Galeano, sindaco di Preganziol, ha fatto notare con preoccupazione che “le prossime aree colpite saranno quelle in prossimità dello svincolo del passante. Sono state già emesse le ordinanze e sono stati organizzati cinque punti approvvigionamento di acqua sicura. Fortunatamente la rete dell'acquedotto, a Mogliano, è più estesa e almeno lì si potranno limitare i danni”. Anche Miriam Giuriati, sindaco di Casier, è preoccupata : “Non è possibile che la Regione si lavi le mani riguardo a un problema così grosso. Appoggiamo Zanoni nella sua battaglia. È un'urgenza”.

 

Della questione si è interessata recentemente anche la Commissione Bicamerale sulle Ecomafie: il consigliere regionale, intanto, ha presentato ieri un esposto alla Procura della Repubblica di Treviso assicurando che la “Polizia giudiziaria si è mossa immediatamente, chiedendo già i dati all'Arpav”.

Una soluzione va trovata, al più presto.

 


| modificato il:

Enrico Riccardo Orlando

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