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25 aprile 2024

Nord-Est

Due donne tentano il suicidio per amore. Stesso posto, stessa ora

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Due donne tentano il suicidio per amore. Stesso posto, stessa ora

VENEZIA - Intervenuti per impedire il tentativo di suicidio di una ragazza, i carabinieri si sono trovati di fronte la notte scorsa al contemporaneo tentato suicidio di una seconda donna, lanciatasi nel naviglio del Brenta, a Dolo. Si tratta una trentenne albanese, che i militari, sono riusciti a ripescare dalle acque del fiume, salvandola poi dalle conseguenze dell'ipotermia.

 

Ricoverata all'ospedale di Dolo, la giovane è stata dichiarata stamane fuori pericolo dai medici, secondo i quali è stato fondamentale l'immediato intervento dei carabinieri, che con i propri giubbotti e monitorandone i parametri vitali sono riusciti a salvare la donna dai rischi dell'ipotermia. Una vicenda paradossale, che i militari dell'Arma della tenenza di Dolo hanno ricostruito oggi, nel suo svolgimento altrimenti incredibile.

 

La pattuglia era stata allertata dal 112 di Chioggia dopo una telefonata in cui una donna italiana annunciava di volersi buttare nelle acque del Brenta, dopo una lite con il fidanzato. Giunti sul posto gli investigatori hanno trovato la donna prostrata su una panchina, e l'hanno trattenuta, cercando di calmarla. Mentre erano impegnati in questa attività sono stati avvicinati da un'altra donna, una trentenne albanese, che chiedeva aiuto perchè - ha spiegato - aveva in corso una lite con il proprio fidanzato, ubriaco.

 

I militari sono stati così costretti a chiedere alla prima giovane, intanto calmatasi, di attenderli, per capire cosa stesse succedendo alla seconda persona. In questo frangente è arrivato anche il fidanzato di quest'ultima, che ha iniziato a discutere animatamente con la compagna. Poi d'improvviso, senza che nulla lo facesse presagire, la donna si è staccata dal fidanzato e si è buttata nel naviglio, lasciando tutti di stucco.

 

La reazione dei carabinieri è stata immediata: superando la sponda del fiume, sono riusciti a formare una catena umana, che ha portato uno di loro ad afferrare una mano della donna, ormai preda della corrente, e a trascinarla a riva. Alle fasi del soccorso ha partecipato la stessa prima 'aspirante' suicida, che in questo modo ha anche ripreso il controllo di se stessa, abbandonando ogni idea di farla finita.

 


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