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Nord-Est

Dopo gli "ubriaconi", Toscani rincara la dose: "Ditemi un veneto che non insulta gli immigrati"

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Dopo gli

VENEZIA - " I veneti che si incazzano per quello che ho detto hanno la coda di paglia". Lo scrive in un tweet Oliviero Toscani tornando sulla polemica sollevata dalle sue parole sui "veneti ubriaconi". Toscani annuncia, sempre su twitter, che replicherà alle polemiche sollevate dalle sue affermazione venerdì alle 16.30 su Raiuno facendo "una chiacchierata con il mio amico veneto gianantonio stella". E conclude "vediamo che ha da dirci lui!".

 

Il presidente del Veneto Luca Zaia la pensa invece in modo diverso. E chiede a Oliviero Toscani di fare delle pubbliche scuse "sincere e profonde" ai veneti o domani passerà all'avvocatura regionale le sue dichiarazioni affinché siano trasmesse alla magistratura competente. "Egregio Signor Oliviero Toscani - dice Zaia in una lettera aperta rivolta al fotografo -, ho letto le sue dichiarazioni sui Veneti che lei considera tutti 'ubriaconi'. Nell'immediatezza, le avevo chiesto di scusarsi pubblicamente, convinto come sono che a tutti debba essere concessa l'opportunità di rimediare a un errore. Apprendo invece che, non soltanto lei non ha provveduto a scusarsi, ma addirittura rilancia quelle incommentabili dichiarazioni ed, evidentemente per giustificarsi, fa appello al diritto di satira (ma Lei non faceva un altro mestiere?). Siccome non ho evidentemente avuto nei suoi confronti il dono della chiarezza, la invito nuovamente - prima che scadano le 48 ore - a rivolgere le sue scuse a tutto il popolo veneto senza se e senza ma, e soprattutto senza appellarsi di nuovo alla satira, perché la satira - quella vera, quella seria - gioca su tutt'altri accenti ed è molto, molto più raffinata e rispettosa".

"Pretendo - aggiunge Zaia - che le sue scuse siano profonde e sincere, capaci di rimarginare quella ferita che lei ha voluto infliggere a un intero popolo, in un gioco di tristi e non più originali provocazioni che contribuiscono sicuramente a far galleggiare nelle cronache e a imporsi nei titoli dei giornali, ma che lasciano perplessi e attoniti. Non soltanto ha lanciato accuse immotivate, ma in un crescendo di cattivo gusto ha coinvolto nella sua deprimente e penosa affabulazione nonni, padri, madri, generazioni di persone di cui noi veneti andiamo orgogliosi. Non solo quindi contro i viventi, ma anche contro i nostri cari che non ci sono più. Siamo un popolo avvezzo a fronteggiare povertà e difficoltà, sappiamo cos'è la temperanza e abbiamo come virtù principale una immensa pazienza. Ma la pazienza, prima o poi, lascia il posto all'orgoglio. Per cui attenderò pazientemente, per qualche ora ancora, le sue pubbliche scuse, poi domattina trasmetterò all'Avvocatura Regionale tutti gli articoli contenenti le sue dichiarazioni affinché le trasmettano alla magistratura competente".

 

"Zaia non ha niente da fare se si cura di una stupidata così. Ci rida sopra. Non molla e non chiede scusa Oliviero Toscani che ai microfoni della Zanzara su Radio 24 rincara invece la dose. “Non devo chiedere scusa, non ho detto niente di male. Ci sono anche ricerche e statistiche. Il Veneto era una regione poverissima e l’unica ricchezza era la medicina, il vino e la grappa che si dava anche ai bambini per curarli. Un alcolismo atavico”. “Chiedo scusa per loro – dice Toscani ironicamente – per quelli che non hanno capito la satira”. Il governatore Zaia pretende le scuse, insistono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: “Zaia non ha niente da fare (‘no ga gnente da far, benedetto’, dice Toscani in dialetto, ndr) se si cura di una stupidata così. Ci rida sopra. E poi alzi la mano un veneto che non ha mai dato del terrone a un italiano del sud. Ditemi un veneto che non ha mai insultato un nero o un immigrato. Vi ricordate di Gentilini?”.

 

“Non penso di aver offeso nessuno – spiega ancora il fotografo a Radio 24 - ho detto una cosa banale e scontata, un po’ di senso di humor, dai. Una volta era un popolo che rideva, adesso hanno la coda di paglia. Forse si sono offesi perché quello che ho detto è un po’ vero. Ho letto anche che dovrei sciacquarmi la bocca, sì ma col prosecco”. Ma lei ha lavorato tanto tempo con aziende venete, sputa nel piatto dove ha mangiato?: “Che storia questa. Ho lavorato e se non fossi stato bravo non mi avrebbero pagato. Li ho fatto diventare famosi, anche per prodotti in cui i veneti non sono forti. Ho lavorato seriamente, cosa devo ringraziare?”.

 


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