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25 aprile 2024

Castelfranco

Dl banche al voto finale, Zonin e Sorato verso processo

Chiuse indagini a Vicenza. Padoan su piccoli azionisti: "Non possono gravare sulle tasche di tutti gli altri contribuenti"

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Dl banche al voto finale, Zonin e Sorato verso processo

CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Nel giorno in cui il decreto legge sulle banche venete approda in aula al Senato, la Procura di Vicenza rende noto di aver notificato l'atto di chiusura delle indagini a sette ex dirigenti della banca, a partire dall'ex presidente Gianni Zonin (in foto) e dall'ex dg Samuele Sorato, indagati per aggiotaggio, ostacolo all'attività di vigilanza e falso in prospetto.

 

Il dl è arrivato a Palazzo Madama dopo il via libera senza modifiche alla commissione Finanze. Respinte le pregiudiziali di incostituzionalità presentate da SI, M5S e Lega, l'aula ha avviato la discussione del provvedimento su cui domani il governo metterà la fiducia. L'approvazione senza modifiche è stata posta come condizione da Intesa per rilevare, al prezzo di 1 euro, le attività in bonis delle venete, assieme a una dote di quasi 5 miliardi di euro, che servirà ad allineare i ratio patrimoniali dei due istituti a quelli di Ca' de Sass e lasciare a carico della collettività i costi per i circa 4.000 esuberi.

 

Sul fronte dell'inchiesta per il crack della Vicenza - che vede indagati anche gli ex vice dg Emanuele Giustini, Andrea Piazzetta e Paolo Marin, l'ex dirigente, Massimiliano Pellegrini e l'ex consigliere Giuseppe Zigliotto - si registra un primo punto fermo, con la chiusura delle indagini per i principali filoni d'inchiesta (gli atti ammontano a mezzo milione di pagine in cento faldoni). Il procuratore reggente di Vicenza, Orietta Canova, ha anche promesso di chiudere in "alcuni mesi" le indagini per i "capi d'incolpazione residuali" mentre "le ipotesi di bancarotta" legate alla liquidazione attengono a "eventuali separate iniziative".

 

Zonin e gli altri indagati - per cui si preannuncia una richiesta di rinvio a giudizio - sono accusati di aver fornito false informazioni al mercato sulla solidità e il valore della banca, di aver falsato i dati sulla consistenza patrimoniale, gonfiata fino a 963 milioni di euro, finanziando l'acquisto di azioni da parte dei soci, molti dei quali protetti da impegni di riacquisto, senza decurtare il patrimonio di vigilanza. Tutto tenendo all'oscuro Bankitalia, e ingannando il mercato sulla liquidità delle azioni e sul suo patrimonio nei prospetti degli aumenti di capitale del 2013 e del 2014.

 

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso del question time ha auspicato l'applicazione di sanzioni "nel modo più severo possibile" mentre la commissione Finanze del Senato ha approvato un odg che chiede al governo una stretta sulle pene per gli amministratori che verranno giudicati colpevoli del dissesto ma anche l'adozione di un "equo trattamento di ristoro" a chi ha investito nelle due banche.

 

Al riguardo Padoan è stato netto: i piccoli azionisti, anche se "vittime di comportamenti illeciti", "non possono gravare sulle tasche di tutti gli altri contribuenti". Parole "inaccettabili" per il deputato di Fare! Emanuele Prataviera mentre l'M5S ha accusato di "ipocrisia" il ministro. E migliaia di piccoli azionisti 'azzerati' affilano le armi pronti a insinuarsi al passivo delle banche venete in liquidazione.

 


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