TREVISO - Le liste civiche trevigiane hanno presentato 15 candidati per le elezioni di secondo livello, che concorrono alla individuazione del nuovo Presidente della Provincia e del Consiglio, che sarà formato da 16 componenti.

Sono elettori i consiglieri comunali, con un peso elettorale diverso, in funzione del numero degli abitanti di ciascun comune.

I maggiori esponenti di questa lista, che hanno coordinato i lavori per la presentazione e la raccolta delle firme sono stati il Senatore Franco Conte e il vice-presidente uscente Franco Bonesso.

La lista è formata da queste 15 persone, in parentesi il luogo di nascita: Biotti Lorenzo (Casale sul Sile), Cavallin Maurizio (Arcade), Cescon Pierina(Conegliano), Collot Danilo (Conegliano), Giangravè Sebastiano (Cagliari), Lorenzet Claudio (San Pietro di Feletto), Marcon LIsa (Vittorio Veneto), Pasqualetto Elena (Treviso), Perencin Mattia (Valdobbiadene), Porcellato Natascia (Montebelluna), Rossetto Moreno(Breda di Piave), Sartor Ivano (Roncade), Secchieri Francesco (Roncade), Vitale Sossio (Napoli), Ziliotto Stefania (Bassano del Grappa).

"Riportare al centro del dibattito politico idee e progettualità per il territorio, questo è l’obiettivo della lista “CIVICHE per la PROVINCIA” che parteciperà alle prossime elezioni provinciali del 18 settembre".

E' questo l'inizio della presentazione, seguita, da alcuni passaggi che propongono questa valutazione:

"Nell’ultimo periodo si è assistito ad un anomalo asse LEGA-PD, che ha monopolizzato il dibattito, incentrato tutto peraltro sulla spartizione di posti in enti ed aziende di gestione di servizi al territorio; non sempre con risultati positivi, sembra di capire dalle polemiche di questi giorni in seno ad ASCO, a SAVNO a Contarina, ad ATS".

Secondo i proponenti, operando in tal modo sono rimasti tagliati fuori diversi sindaci e consiglieri "non schierati all’interno di partiti e non tesserati".

Con questa presentazione dichiarano di aver evitato l'accordo a due.

I proponenti hanno rinunziato a presentare il candidato Presidente e "gli amministratori “civici” hanno chiesto la disponibilità di Giovanni Manildo, sindaco del comune capoluogo, in linea con il decreto Del Rio che prevede “ope legis” tale ipotesi per le città metropolitane e che nello spirito originario aveva tale previsione per tutte le province", ci ha confermato il senatore Franco Conte.