Degrado del patrimonio pubblico della Sinistra PIave
31-07-2014 - Conegliano
Celeste Da Lozzo | commenti
DEGRADO DEL PATRIMONIO E DELLE INFRASTRUTTURE
NO CONTRIBUTI PUBBLICI MA SANZIONI AI RESPONSABILI
Si continua a leggere che edifici e infrastrutture pubbliche sono in stato di degrado a causa di mancanza di contributi e che la Regione Veneto preferisce sostenere in maniera privilegiata la viticoltura, settore già fiorente e pressoché esente da tasse. E’ una perversa ipocrisia. Infatti la cura del patrimonio è un problema che si trascina da sempre e attiene fondamentalmente a indifferenza, a insensibilità, a irresponsabilità, a mancanza di adeguata cultura e passione da parte degli Enti proprietari. L’unica cultura che domina è quella dei grandi interventi e delle grandi spese che servono per lo più ad alimentare sperperi, corruzione e consenso. Non si pensa invece ad eseguire la manutenzione ordinaria poco costosa e fondamentale per il mantenimento della salubrità, dell’efficienza e del decoro delle strutture.
Questa cultura, questo modo deplorevole di operare ci ha portato all’imperdonabile rovina del nostro patrimonio, della nostra storia ed anche del turismo. L’ora di cambiare mentalità è già passata da tempo. Prima di parlare di contributi pubblici per lavori di risanamento del degrado dev’essere dimostato di aver eseguiti correttamente e diligentemente gli interventi di manutenzione ordinaria di mantenimento. Ove questa condizione non fosse accertata, non andrebbero assegnati eventuali contributi ma, anzi, in capo ai responsabili andrebbero in qualche modo recuperati i danni causati. Gli enti proprietari non hanno sufficienti giustificazioni per la loro malagestione.
Quanto alla Regione che eroga contributi alla vitivinicoltura, si chieda essa se non sia un’ipocrisia privilegiare un settore economico già ricco, la cui produzione peraltro ha risvolti non tanto positivi sulla salute e sull’ambiente in generale. Forse dovrebbe pensare se per caso non vi siano altre coltivazioni più utili e più meritevoli di sostegno capaci inoltre di diversificare l'economia agricola. Concludendo è da dire che i cittadini non sono d’accordo di pagare tasse per premiare chi non partecipa a produrre efficienza, qualità e benessere.
D.L.